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L’appoggio di Berlusconi

Gira e rigira, la vecchia volpe magari perde il pelo, ma non il vizio e si propone, sempre per il bene dell'Italia e degli italiani naturalmente, a «dare una mano» al Governo Conte, rimanendo però all’opposizione e quindi mantenendo saldamente il piede in due staffe. Alleato di Salvini e Meloni, il buon Silvio Berlusconi è anche «supporter» del Governo con la benedizione del segretario Pd Zingaretti. Miracoli che solo al Grande Vecchio riescono, naturalmente con il precedente patto del Nazareno con Renzi. Tutto ciò, da vecchio frequentatore della politica, che, detta così, sembrerebbe la frequentazione di una signora di facili costumi, mi ricorda il periodo delle «convergenze parallele» del presidente Moro, quelle cose che sembrerebbero impossibili ad un pensiero razionale. Ma, si sa, Berlusconi ha due grandi passioni, da cui non sa stare lontano, e una è la gestione del potere, di cui è sempre un maestro. Prossimamente ci sarà l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, carica alla quale il nostro ambisce per chiudere in bellezza una brillante carriera di imprenditore e di uomo politico. Non dimentichiamo poi che il suo Gruppo imprenditoriale ha e avrà sempre bisogno di colloquiare con chi governa il Paese e l’Unione Europea. È quindi evidente che una politica che tenda ad un recupero di una Sovranità Nazionale e monetaria, rinegoziando tutti i trattati europei firmati dai precedenti governi tendenzialmente mondialisti, che hanno delegato ad altri il potere sovrano del popolo italiano, non possa prevedere l’apporto e il sostegno di Berlusconi e del suo Partito. Sarebbe quindi ora di fare chiarezza nella coalizione di centrodestra su questi temi e sulle strategie per il futuro della Lega e di Fratelli d’Italia. VERONA

Adriano Dal Bosco

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