<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Impariamo a conservare l’acqua

Il problema della siccità che attanaglia in particolare il Nord Italia è una situazione sotto gli occhi di tutti. Non piove e non nevica come una volta e quella poca che cade è destinata a sciogliersi, causa le alte temperature. Le immagini che propongono i media ne sono una testimonianza. Perché tutto questo? Cambiamenti climatici si sostiene. Sicuramente sono una componente fondamentale a livello globale. Restando in loco ci possono essere altre cause. Non meno importanti sono quelle atmosferiche. Premetto che non sono un meteorologo, ma basta osservare le carte meteo e ricorrere all’esperienza per farsene una ragione. Da tempo, infatti, la parte occidentale del continente europeo e nello specifico quella meridionale è occupata da vaste e persistenti aree di alta pressione che di fatto impediscono il transito di perturbazioni atlantiche foriere di importanti piogge atte a rimpinguare i corsi d’acqua e le falde sotterranee. Finché non si forma un minimo depressionario sul golfo di Genova o sul Nord Italia piuttosto duraturo è alquanto difficile avere precipitazioni che interessano una vasta area della Penisola che necessita della tanto sospirata acqua. «Al tempo non si comanda», dice un proverbio della saggezza popolare. E allora cosa fare? Pazientare e sperare che l’evolversi della situazione meteo divenga favorevole e nel contempo cercare di realizzare quegli strumenti che permettano la conservazione dell’oro blu per i tempi di «vacche magre» oltre che ad una buona cultura nel suo uso. Giovanni Todeschini CASTAGNARO

Giovanni Todeschini

Suggerimenti