Il traforo opera necessaria e il no a sinistra

Nelle lettere il signor Gaetano Giavoni invita l’Amministrazione a candidarsi ai fondi del Pnrr per la progettazione del traforo. Purtroppo a Verona, molto per demagogia, e poco per interesse dei cittadini, ci sono stati troppi no al traforo. Negli anni Ottanta, quando i socialisti raccoglievano le firme per la galleria, che eliminerebbe la maggior parte del traffico e dell’inquinamento da Veronetta a Borgo Trento, la grossa opposizione la fece il Pci, poi negli anni del sindaco Tosi il paladino del no fu il Pd. Purtroppo molti di coloro che si oppongono all’opera non conoscono nemmeno la situazione non abitando o non lavorando in zona. Le code sistematiche che da via Giardino Giusti o da Interrato dell’Acqua Morta vanno verso il Ponte Pietra e quindi verso via Mameli, in entrambi i sensi di marcia, dovrebbero smuovere, utilizzando il buon senso e non il facile populismo, soprattutto gli ecologisti e i grandi difensori, a parole, della salute pubblica. Nell’opporsi a proposte costruttive non si tiene conto della salute degli abitanti della zona che vivono, per la maggior parte del giorno, in una camera a gas. Anche in questi giorni, con le scuole chiuse per le festività pasquali, la situazione è drammatica. Molti che arrivano dalla Valpantena o escono dalla tangenziale est prendono le Torricelle che, anche per le misure ridotte della carreggiate, provocano intasamenti e rallentamenti continui. Tanto è vero che, in determinate ore, anche via Ippolito Nievo è impercorribile. Ma, questi signori, credono che con il filobus, quando arriverà, toglierà il numero delle autovetture private in circolazione? Ricordo come nel passato molti urbanisti predicavano la necessità di un anello intorno alle città per snellire e accelerare lo scorrimento del traffico. Qualcuno ha sollevato problemi nell’esecuzione ma, se hanno fatto un tunnel sotto la Manica, come ci possono essere problematiche a traforare, per un paio di chilometri le Torricelle? Gaudio Pedalino VERONA