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Il patriarca e il silenzio del Vaticano

Il 12 febbraio del 2016 Papa Francesco ed il patriarca russo Kirill di Mosca si sono incontrati per la prima volta nella storia. Un: «Fratello, finalmente!» ed una dichiarazione congiunta in cui si indicano i punti comuni alle due ideologie è stato un risultato che sembrava promettere bene in termini di una possibile seppur nebulosa riconciliazione. In particolare al punto 8 si dice: «Il nostro sguardo si rivolge in primo luogo verso le regioni del mondo dove i cristiani sono vittime di persecuzione» citando Paesi dell’Africa, del Medio Oriente, della Siria, dell’Iran, ecc. Oggi l’Ucraina è sotto attacco da parte della Russia, che è il paese in cui oggi Kirill esercita la sua funzione. Certo, non è colpa sua se Putin ha attaccato l’Ucraina e se il patriarca avesse preso le distanze da questa decisione scellerata o quantomeno avesse avuto la decenza di tacere, avrebbe rafforzato il senso della dichiarazione del 2016. Ma anziché condannare la decisione di entrare in guerra e spingere per la pace, il buon Kirill ha avallato l’azione del suo presidente sostenendo in un sermone che la guerra con l’Ucraina è giusta in quanto volta a contrastare i valori occidentali portando i gay pride a titolo di esempio. Si dispiace per i soldati morti (quelli russi) ma non ha avuto una parola di compassione per i civili ucraini che vengono brutalmente perseguitati. Non che la Chiesa cattolica sia sempre stata estranea ad ingiustizie anche enormi perpetrate al grido di «Dio lo vuole!» ma perlomeno, da qualche decennio, i papi ne hanno riconosciute molte e dove ciò era possibile hanno cercato di rimediare. Come mai non ho letto una presa di posizione del nostro Papa Francesco contro un discorso così distante dai valori cristiani? Dopo quella predica che di cristiano ha solo la montagna di paramenti ed orpelli indossati da un pupazzo, dai palazzi del Vaticano non si sente volare una mosca. Papa Francesco, davvero vuole avere un nuovo incontro con questo personaggio che incita alla guerra e che la compassione non sa nemmeno dove stia di casa? Capisco che sia a capo di una delle più importanti sette cristiane ma a tutto c’è un limite! Luca Dal Canal VERONA

Luca Dal Canal

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