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Il messaggio del Papa ai poeti sociali

Il Papa ha inviato al quarto incontro mondiale dei Movimenti popolari un messaggio che molti media hanno ignorato pur essendo interessante ed appassionato. Si è rivolto ai movimenti chiamandoli «poeti sociali» in quanto «avete la capacità e il coraggio di creare speranze laddove appaiono solo scarto ed esclusione. Poesia vuol dire creatività, e voi create speranza». Il mondo di cui parla Francesco è un mondo di periferia fatto di migranti, lavoratori precari e poveri già prima dell’aggravamento delle loro condizioni dovute al due anni di pandemia. È per riscattare questo mondo che il Papa ha fatto richieste drammatiche a chi ha il potere di soddisfarle: la libertà dei brevetti per diffondere i vaccini in tutto il mondo; la remissione del debito ai paesi poveri; la proibizione di inquinare e distruggere foreste: la totale cessazione dell’attività dei trafficanti di armi; l’uso di internet per una reale diffusione della cultura e altre stringenti domande. Si tratta di una requisitoria contro un sistema che spesso è contro l’umanità e la ragione e con la «sua logica implacabile del guadagno, sta sfuggendo ad ogni controllo umano. È ora di frenare la locomotiva fuori controllo che ci sta portando verso l’abisso. Siamo ancora in tempo», dice il Pontefice. Un discorso coraggioso, rivolto a questi movimenti provenienti da cinque continenti; un invito a cambiare l’economia, l’ambiente e il sociale. Per scongiurare la catastrofe umanitaria e ambientale Francesco fornisce un’interpretazione illuminante, radicale e di speranza: «Non è vero che questo sia l’unico sistema possibile, queste interpretazioni sono servite solo a dividere i nostri popoli e a minare e neutralizzare la nostra capacità poetica, la capacità di sognare insieme. In questo momento non bastano il cervello e le mani, abbiamo bisogno di sognare per non tornare indietro». Il Santo Padre rivendica questa capacità di «sognare» insieme secondo i principi della Dottrina sociale della Chiesa, e anche di «agire». E le prime azioni che propone sono: «Un reddito minimo o salario universale, affinchè ogni persona in questo mondo possa accedere ai beni più elementari della vita». E la riduzione della giornata lavorativa perchè «non ci possono essere tante persone che soffrono per l’eccesso di lavoro e tante altre che soffrono per la mancanza di lavoro». A me pare un buon programma. Idalgo Carrara VERONA

Idalgo Carrara

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