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Il complesso meccanismo dei crediti

Il governo giallo-rosso ha voluto il 110%. Personalmente sono stra-convinto che si tratti di puro voto di scambio come per il reddito di cittadinanza: noi (partiti) ti promettiamo la luna e tu, elettore, grato e riconoscente ci dai il voto. Gli adempimenti per arrivare al riconoscimento del credito d’imposta da parte dell’Agenzia delle Entrate sono relativamente semplici ed automatici. Il clou è quando l’Agenzia delle Entrate certifica il credito d’imposta nel cassetto fiscale del contribuente che ha pagato le fatture. A quel punto quello è denaro sonante che può essere comprato da Banche e Assicurazioni. Ed invece proprio allora si attivano i consulenti delle banche che in pratica impongono all’asseveratore ed al Caf di rifare la procedura già fatta che ha portato al credito esigibile. Nessuna legge impone questa ulteriore verifica. Si tratta di un patto leonino che i consulenti delle banche impongono al cedente credito in fase contrattuale in vista della cessione del credito. E qui le Banche hanno responsabilità gravissime. Mi sono chiesto per quale motivo le Banche (e le Assicurazioni) hanno optato per la presenza di questi soggetti. Alla fine dell’esperienza del 110% i crediti di imposta arriveranno a 70 miliardi. Dicono che i consulenti siano pagati per i loro controlli forse all’1%. Il che vuol dire che questi signori (si fa per dire) si spartiranno 700 milioni di euro. Ma se anche fossero 70 milioni si tratta sempre di un enorme spreco di risorse. Perché le banche possono comprare i crediti di imposta direttamente senza che in mezzo ci siano i consulenti. Ordinariamente questi soggetti hanno sempre fatto i revisori contabili dei bilanci delle banche. Il fatto che adesso le Banche abbiano trovato il modo di premiarli, fa pensare ad un enorme conflitto di interessi. Come faranno i revisori a certificare la regolarità della loro mediazione se sono gli stessi che certificano il bilancio della banca? O, peggio, siamo sicuri che la diligenza nei controlli dei bilanci sarà leggermente attenuata per non pregiudicare il malloppo di cui sopra? In materia di 110% Agenzia delle Entrate, Enea, i ministeri hanno prodotto decine di migliaia di pagine di chiarimenti. Da ultimo l’Agenzia delle Entrate ha chiesto alle banche di controllare con diligenza la cessione del credito. Ma l’art. 121 del Dl 34/20 già spiegava che la banca è responsabile solo in caso di associazione per delinquere. Evento remotamente probabile. Le Banche da qualche mese hanno bloccato la cessione del credito perché non riescono a capire in cosa consista la diligenza. Il Governo invece di dire all’Agenzia delle Entrate di rimangiarsi la circolare ha fatto un’altra legge approvata qualche giorno fa in cui invece di associazione per delinquere si parla di dolo o colpa grave. Le Banche adesso aspettano di capire in cosa consiste il dolo o la colpa grave. Ed intanto i crediti sono fermi. Mentre i Pentastellati e gli altri partiti sono convinti che tutto sia risolto. Il concetto di dolo e colpa grave si presta ad infinite interpretazioni e sarà un gioco da ragazzi per Agenzia delle Entrate e magistratura aprire infiniti processi. La stranezza di tutto questo è che nessun preteso luminare che interviene sui media ha fatto i ragionamenti di cui sopra. Come se dovessero qualche attenzione particolare alle banche. Mah! Bruno Gilioli SOAVE

Bruno Gilioli

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