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I soldi ci sono ma servono regole stabili

Leggevo sul nostro giornale della soddisfazione del sindaco di San Bonifacio per aver quel Comune ricevuto cinque milioni di euro dal mitico Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. I cinque milioni andranno a finanziare tre normali progetti di restauro o ristrutturazione edilizia che una volta ultimati ospiteranno iniziative di carattere sociale. Penso che come per il caso di San Bonifacio molti dei soldi del Piano siano relativi a progetti edilizi magari pensati con le migliori intenzioni ma sempre banali progetti edilizi. Visto quanto sta già avvenendo nell’edilizia per il 110% con esplosione di costi e introvabilità di imprese e materiali, mi chiedo quali imprese avranno voglia di infilarsi nelle gare d’appalto per il Piano quando con il 110% possono fissarsi i prezzi che vogliono. Mi chiedo anche che senso abbia spendere soldi avuti a prestito o in dono, il cui unico esito sarà suscitare nuove aspettative di costi futuri a carico delle Pubbliche Amministrazioni per iniziative sociali a carattere permanente. Se il Piano Nazionale è fatto in questa maniera penso che sia stato concepito con criteri da anni ’50 quando si diceva «se tira l’edilizia tira tutto». Solo che oggi nessuno smania per trovare un lavoro in cantiere. Forse un Piano così concepito ricorda il bonus facciate concepito per dare un’imbiancata ai palazzi di periferia nell’illusione che ciò contrasti il degrado che invece deriva da troppi che pensano che non lavorare sia un loro preciso diritto. Con tutto il rispetto, io mi sarei aspettato un Piano di ammodernamento del Paese che spero ci sarà in qualche settore che non sia pensato solo per far aumentare il Pil per un anno o due. D’altra parte le nostre amministrazioni locali sono tutte in attivo: non riescono a spendere i soldi che incassano dalle tasse pagate dai cittadini. Ci vuole un piano di razionalizzazione delle amministrazioni pubbliche con procedure e obiettivi stabili nei secoli a venire dando loro piena autonomia. Tutto quello che si può decidere a San Bonifacio sia nella responsabilità esclusiva del Comune di San Bonifacio ed a carico dei cittadini di San Bonifacio. E così per ogni Comune, Provincia e Regione. Le iniziative sovracomunali siano coordinate dalla Provincia; quelle interprovinciali dalla Regione; quelle tra Regioni dal concerto delle Regioni interessate. Allo Stato restino competenze generali classiche quali la politica estera, la difesa, la Giustizia, l’ordine pubblico. Lo Stato organizzi la scuola e l’università, la sanità, le pensioni. L’assistenza sociale sia lasciata ai privati che ci credono. Non può essere che io paghi tasse per iniziative come il reddito di cittadinanza che non condivido né che si vada in pensione creando continue eccezioni alla regola generale ponendo i costi a carico della fiscalità generale. Una pubblica Amministrazione richiede poche regole e stabili. I soldi non sono mai stati un problema; ci sono sempre stati. Bruno Gilioli SOAVE

Bruno Gilioli

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