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I chilometri per la spesa

Vorrei chiedere un parere sulla questione obbligatoria di fare la spesa nel proprio Comune. Io abito a Sommacampagna dove ci sono due supermercati, il primo «di marca» di grandezza media, il secondo è un discount. Sia chiaro non voglio demonizzare questi punti vendita perché quando si ha bisogno sono anche utili, ma noi come la maggior parte delle famiglie siamo sempre andati a Villafranca a rifornirci nei supermercati facendo la classica «spesona». Ora con questo maledetto coronavirus siamo costretti rifornirci qui, in certi casi fare anche la fila per entrare e ovviamente spendere più del dovuto. Scusate lo sfogo, ma qual è la differenza fra prendere l’auto e fare 10 minuti in più di tragitto e andare a Villafranca e farne cinque per rimanere a Sommacampagna? Sono forse quei cinque minuti in più che diffondono il coronavirus? Perché (e parlo per tutti quegli abitanti che abitano lontano dai grandi supermarket) ci sono abitanti agevolati e altri no? Se io abitassi a Verona o a Villafranca potrei scegliere il supermercato a me più favorevole, basta presentare il certificato e non avrei nessun problema, quindi funzionerebbe tutto come prima. Noi per quattro chilometri di strada abbiamo il divieto assoluto di muoverci e obbligati a rimanere nel nostro comune. Vi chiedo: quanti chilometri fa un abitante di Verona per fare la spesa? Scegliendo può andare dove vuole e i chilometri percorsi potrebbero essere molti di più di quelli che potrei fare io tra andata e ritorno. A questo punto cosa c’entra il contagio? Scendere dall’auto davanti a un supermarket a Villafranca o scendere dall’auto davanti a un supermercato a Sommacampagna non è la stessa cosa? Qualcuno mi sa dare una risposta? SOMMACAMPAGNA

Alessandro Ambrosi

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