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Edifici preziosi che sono da valorizzare

Il problema dei cinema chiusi da decenni è comune a tutte le località italiane, Anche a Verona, dove però due suoi emblematici casi hanno risvolti molto particolari. Nel cinema Astra in via Oberdan, a 80 metri dall’Arena, durante i primi lavori propedeutici alla ristrutturazione dello stabile venne alla luce la parte basale di un albergo dell’epoca Romana, con strutture murarie di notevole interesse archeologico e porzioni di affreschi molto belli e preziosi. Nel corso di un recente convegno sul tema è emerso che la ricostruzione sta per essere avviata con particolari accorgimenti per preservare i reperti archeologici. Mi è parso di capire che gli studiosi siano oltremodo interessati anche alla salvaguardia della facciata del cinema, a mio parere non molto interessante, mentre non hanno dato alcuna importanza a quello squallido «vuoto» esistente tra la via Oberdan e la facciata della struttura, che forma un brutto e ampio spazio trapezoidale irregolare, avulso dall’armonia delle linee dei palazzi e delle case adiacenti. Potrebbe essere l’occasione per qualche architetto del verde di proporre ai costruttori la realizzazione di un spazio verde nel cuore di Verona, da sviluppare sia sull’area piana trapezoidale antistante, sia sulle due nude pareti laterali dei palazzi che fanno da cornice alla suddetta area. Una soluzione che andrebbe ad impreziosire la facciata novecentesca, sul tipo di quella già realizzata anni fa da un giovane architetto veronese in quel di Madrid, con risultati stupefacenti. Altro discorso è invece la destinazione futura del cinema Corallo in via Quattro Spade. Il cinema, con una bella facciata in stile gotico veneziano pare sia ancora abbastanza integro nella sua struttura edilizia, ma è ormai chiuso da diversi decenni. Nella zona posteriore all’edificio, dove sono ancora ben visibili le due porte per le uscite di sicurezza su altra via, il cinema è contiguo e compenetrato alla porzione edificata, e mai terminata del Palazzo Della Torre: una fastosa opera progettata e avviata alla sua realizzazione nel Cinquecento nientemeno che da Andrea Palladio! La morte del committente interruppe per sempre i lavori, lasciando però in eredità a Verona l'unico prezioso reperto palladiano. Presto o tardi chi di dovere dovrà trovare una soluzione anche a questo rebus, ovviamente con soddisfazione dell'attuale proprietà, ma anche degli amanti del bello che pretendono di ammirare da vicino la classica armonia di un cortile con dieci grandi semicolonne ioniche, e forse anche altre porzioni di edificio palladiano finora precluse. Giuseppe Perotti VERONA

Giuseppe Perotti

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