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Diventare «poeti della pace»

Bellissima e altamente educativa risulta, secondo me, la riflessione che il 28 novembre il papa ha offerto ai giovani e ai docenti per «l’educazione alla pace e alla cura». In essa ha indicato figure di testimoni come Francesco d’Assisi («ribelle e sognatore»), Giovanni XXIII (con la sua «Pacem in terris» del 1963) e Martin Luther King (con il suo sogno fraterno pronunciato nel 1964). Ha spronato, poi, ad accogliere l’invito di Borges a completare la sua «Poesia dei doni», che costituisce un inno alla vita e si dovrebbe leggere in tutte le scuole. Il grande scrittore argentino, dopo aver ringraziato persone umili e famose, filosofi e artisti, città e paesaggi, e «la diversità delle creature che compongono questo singolare universo», conclude la sua composizione scrivendo: «ringraziare voglio per Whitman e Francesco d’Assisi, che scrissero già questa poesia / per il fatto che questa poesia è inesauribile/ e si confonde con la somma delle creature/ e non arriverà mai all’ultimo verso/ e cambia secondo gli uomini». Con questo spirito si può diventare «poeti della pace», cioè abitare poeticamente (creativamente) il mondo, pronti ad affermare una novità di vita e a costruire con fiducia un futuro buono e conviviale. Sergio Paronetto VERONA

Sergio Paronetto

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