Da Ucraina a Cina, segnali di disgelo

o simpatiche scaturite negli scorsi mesi con riferimento alla questione migranti che avevano raggelato i rapporti fra i partner. Soprattutto è stata chiarita e sostenuta la linea univoca nella crisi in Ucraina in un confronto sincero e deciso e che rafforza i legami di reciproca assistenza e condivisione sulle decisioni da prendere. Abbiamo pure seguito l’incontro che il Segretario di Stato americano Blinken ha avuto con il Presidente cinese Xi Jinping, una visita che assume ancora più importanza perché avviene nel momento più basso delle relazioni diplomatiche tra i due paesi dal 1979. Anche in questo caso si può intravvedere un possibile asse fra le due superpotenze che potrebbe essere di intrigo alla Russia speranzosa di aver campo libero nei sui intenti criminali. Non dimentichiamo la visita del cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo metropolita di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana svoltasi poco tempo fa a Kiev dove ha incontrato il leader Zelensky e che ora è pronto ad affrontare Putin e Kirill, patriarca della chiesa russa ortodossa nonché il viaggio di una delegazione di paesi africani che si sono visti con lo zar, preoccupati anche delle difficoltà e minacce di sospensione di invio di grano. Un insieme di tentativi di disgelo, di semplici ma assidue provocazioni per valorizzare maggiormente quelle piccole aperture diplomatiche poste in essere da più parti e che continueranno in un logorio sempre più assiduo e insopportabile per i due belligeranti pronti a distruggere il loro popolo a fronte di una impossibile vittoria. «Quando il corpo si frusta, l’anima si aggiusta», un famoso antico detto che, nell’attesa, varrebbe la pena rispolverare. Giuliano Taborelli VERONA (...)

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