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Burocrazia un mondo al contrario

Il legislatore, specialmente in materia di edilizia, si sforza di inventare sempre più procedimenti amministrativi sottratti alla discrezionalità amministrativa. Per arrivare ad un procedimento amministrativo neutro il Governo ha inventato il Suap ed affini. Intento nobile ma realizzazione di immensa burocrazia. Un tempo scrivevi poche carte per sapere se il progetto era ammissibile e poi integravi con altre carte. Adesso il Suap è una specie di trappola per topi. Ogni parola che scrivi può esserti imputata e ti apre una procedura che si affina durante la compilazione. In questa maniera la burocrazia gode. Ogni parola è suscettibile di interpretazione e di diniego. Una volta, avendo a mente il Prg vigente, eri in grado di decidere istantaneamente se una certa istanza edilizia era ammissibile. Adesso il tema della discussione non è più l’edificio in sé ma il puzzle delle risposte e qui si aprono spazi sconfinati di arbitrio. Più il legislatore si sforza di semplificare e di porre la burocrazia in collaborazione con il cittadino e più invece in sede locale si cerca di fuggire dalle responsabilità: in dubbio – tutto è dubbio - si preferisce l’interpretazione che preclude l’intervento spesso invocando norme locali adottate quando la legge diceva il contrario. Il problema di questa maniera di fare attenta non alla sostanza delle cose ma alla opinabilità delle interpretazioni si sta estendendo a tutti i campi della pubblica amministrazione ma anche nel privato. Per esempio il 110%. Magari esagerato nella sua dimensione. Ma il legislatore era stato chiaro: tu spendi 100 e puoi detrarre 110 purché un tecnico certifichi che hai fatto le cose per bene. Se poi preferisci cedere il tuo credito d’imposta, un fiscalista deve certificare che l’asseverazione tecnica c’è e che il procedimento fiscale è corretto. Tutto qui. Con fatture pagate con bonifico, asseverazione e certificazione la tua spesa di 100 diventa in pratica denaro contante di 110 che puoi cedere per esempio a una banca che per il suo disturbo ti darà non 110 ma 102 pur usando lei il 110. Qui deve essere avvenuto il corto circuito dell’anno scorso quando il Governo giallo-rosso invitò le banche a prestare soldi alle aziende con garanzia dello Stato. Non se ne fece nulla. Come adesso, dove le banche vogliono essere loro a certificare ed asseverare. Anzi, per ovviare al conflitto di interessi, hanno dato incarico a società di revisione di esaminare la pratica e per tutelarsi da accuse, in pratica ufficialmente la banca non parla con la società di revisione ma non ci parla neanche il committente. Si aspettano i comodi di questa gente. E nessuno di quelli che dovrebbero comandare, spiega alle banche che asseverazione e certificazione - anche preventive - spettano al committente ed a nessun altro e che la banca essendo immune da ogni responsabilità, non rischia nulla e se vuole anticipare i soldi al cliente, quello diventa un prestito che non ha nulla a che vedere con la cessione del credito. Se il cliente va in banca deve parlare con funzionari che non sanno niente di niente. Un mondo alla rovescia che vive cincischiando. Bruno Gilioli SOAVE

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