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Acquedotti fra cantieri e sovrattassa

Sono comparsi su questo giornale quattro articoli in merito all’intento di tassare gli utenti che consumano acqua per più di 100 metri cubi l’anno al fine di sensibilizzare i cittadini a ridurre i consumi eliminando gli sprechi. Non esprimo giudizio se ciò sia giusto o meno, già ci sono divergenze tra i sindaci dei vari Comuni. I gestori degli acquedotti riferiscono che l’obiettivo è arrivare ad una riduzione del 10%. Mi chiedo però se questa è la sola via percorribile per arrivare all’intento e se il 10% è sufficiente o se ci si può spingere ad una misura più ragguardevole. Tra i vari motivi dei consumi eccessivi sono indicate le perdite dovute ai buchi nelle condutture che negli acquedotti veronesi variano dal 36 al 38%. Se ci si accontenta del 10 ci saranno ancora perdite tra il 26 e 28%. Possiamo permettercelo? È giusto sprecare ancora acqua considerato il serio problema della siccità che ci affanna? È notizia di pochi giorni fa che i parlamentari non sanno dove e come spendere una parte consistente dei soldi del Pnrr al punto che il ministro della difesa ha addirittura formulato l’ipotesi di restituire una parte dei soldi che l’Ue ha messo a disposizione! Roba da matti. Ciò nonostante che lo Stato (cioè i cittadini) paga alla Ue ben 165.000 euro al giorno (circa 60 milioni l’anno) per infrazioni in materia di infrastrutture idriche. Recentemente il ministro per la transizione ecologica ha riferito che il Pnrr mette a disposizione 600 milioni per fognature e depuratori. E gli acquedotti? Mah, vai a saperlo. Non si spiega se sindaci, Acque Veronesi e Ato abbiano intenzione di ricorrere a finanziamenti del Pnrr per tappare i buchi e sostituire i tubi degli acquedotti o si si limitino alla sovrattassa. Efficientando gli acquedotti e tappando i buchi il risparmio d’acqua sarebbe del 100% e si creerebbero lavoro, occupazione, reddito, e inoltre si risparmierebbe energia per il pompaggio dell’acqua. Certo i 600 milioni non bastano per tutto il cosiddetto Bel Paese, però ci sono i fondi di coesione messi a disposizione ogni anno dall’Ue e finora l’Italia ne ha usufruito solo al 40%. Possibile che in tutta la provincia di Verona non ci sia un organismo addetto all’acquisizione di tali fondi che, se non utilizzati, vanno ad altri Stati? Si potrebbe varare un programma pluriennale perché non si può intervenire su tutti i 97 acquedotti in poco tempo. Giorni fa un lettore ha scritto dicendo di aver ricevuto una fattura dell’acqua di 35 e rotti euro di cui solo 5 per consumo acqua e i restanti per Iva e altre voci, delle quali non ha saputo comprendere la destinazione (in realtà le voci sono ben comprensibili tranne oneri perequazione, basta fare una ricerca in internet per saperlo – una delle componenti di questa voce è promozione della qualità tecnica dei servizi di acquedotto che solo gli addetti ai lavori sanno cosa vuol dire). È risaputo che gli italiani vorrebbero che le norme di legge fossero ritagliate secondo il proprio volere e quindi hanno una grande propensione e non rispettarle, figuriamoci se rispetteranno il provvedimento di une Ente locale. Siamo sicuri che i grandi consumatori d’acqua smetteranno di irrigare gli orti, annaffiare i giardini, riempire le piscine, lavare a mano le stoviglie e la biancheria? È impossibile controllare tutti. Non è che il provvedimento ventilato è per far cassa, magari per recuperare le penali che si pagano all’Ue o altri costi che non conosciamo? Mah, saperlo. Luigi Geroni VERONA

Luigi Geroni

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