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La Virtus dei miracoli. Carneadi dell'impossibile

Il blog di Simone Antolini
Un'esultanza della Virtus Verona
Un'esultanza della Virtus Verona
Un'esultanza della Virtus Verona
Un'esultanza della Virtus Verona

La Virtus Verona è un miracolo tutt’altro che buffo. Figlio di una logica svuotata dalle ansie di un calcio moderno che impone spesso scelte rischiose e operazioni di mercato a volte al limite del sostenibile.

La Virtus è figlia di visioni. E di ricerca maniacale su mercati poco battuti dalle concorrenti. La Virtus è figlia di una filosofia minimalista. E si sorregge anche sulla grande competenza di figure che spesso e volentieri muovono nell’ombra. Come il dg Diego Campedelli, come il ds Matteo Corradini, come l’area scouting rossoblù che si avvale della collaborazione preziosissima di Michele Carcereri e Mirko Medini e che nel recentissimo passato ha avuto modo di dare valore all’opera di Andrea Piccoli

La Virtus perde i suoi big. Non li rimpiazza con nomi altisonanti. Anzi, va a pescare nelle categorie minori e riparte ancora più forte. Il miraolo nasce da qui. La Virtus è sempre rimasta fedele alla sua dimensione di “miracolosa società di quartiere”, proprio per questo motivo costretta a limare i suoi margini di errore.

Gigi Fresco, anima da ormai 40 anni di questo club, diceva: “Ci ispiriamo a Chievo e Cittadella”. Esempi virtuosi.

La Virtus, in proporzione, sta facendo pure meglio.

Quarta in classifica in serie C. Davanti solo i colossi Mantova, Padova e Triestina. Dietro tanta nobiltà. Per strada, la squadra, che la passata stagione aveva ottenuto il suo miglior risultato sportivo di sempre (terzo turno play off), ha lasciato giocatori di alto livello come Hallfredsson, Lonardi, Fabbro, Amadio, Tronchin, Talarico.

Ma è proprio lì che la Virtus ha saputo, attraverso i suoi uomini mercato, mettere a segno un altro capolavoro. Pescando ancora a pieni mani dalle categorie inferiori per rimpolpare il gruppo e ripartire con risultati strabilianti.

Gli esempi non mancano. Ci limitiamo agli ultimi due anni. Casarotto, uomo mercato del momento (valore che si aggira già intorno al mezzo milione di euro) è stato preso in Eccellenza dal Montecchio. Faedo, perno difensivo, è stato pescato dal San Martino, sempre in Eccellenza. Dalla Luparense, club di serie D, sono arrivati in momenti diversi: Cabianca, Toffanin e Ruggero.

Metlika, lottatore di mediana, di ritorno quest’anno in rossoblù, era stato in prima battuto prelevato dall’Ambrosiana. Menato, Begheldo e Mehic, profili assolutamente interessanti, arrivano rispettativamente da Este (serie D), Miranese (Promozione) e Pistoiese (serie D).

I due giovani portieri Voltan e Zecchin sono stati presi da Luparense e Adriese, sempre quarta serie. Senza dimenticare la storia più bella, già raccontata più volte: il portiere Sibi, gambiano di nascita, ha attraversato deserto e mediterraneo alla ricerca di una nuova vita. Arrivato a Verona è stato accolto dalla Virtus. Il ragazzo in tasca aveva solo un sogno. Ha iniziato in Promozione, oggi gioca titolare in serie C e viene chiamato pure dalla sua Nazionale. Alla Virtus è tutto magicamente diverso. Tutto.

 

Simone Antolini

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