<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Time out

Scaligera, l'insostenibile fragilità dell'essere

La prima puntata del blog di Simone Antolini dedicato al basket (e non solo)
Un momento di Rimini-Verona
Un momento di Rimini-Verona
Un momento di Rimini-Verona
Un momento di Rimini-Verona

La Tezenis s’è persa a Rimini. Ma davanti ha ancora tutto il tempo per ritrovarsi.

Certo, deve combattere la sua fragilità per diventare squadra, per trovare identità, per rinascere definitivamente dopo la tremenda stagione che ha portato alla retrocessione dalla serie A1. Oggi la Scaligera non ha collocazione certa nel torneo di serie A2.

 

Che squadra è la Scaligera 2023/2024?

Certo, esercizio di retorica ci porta a pensare ad un team costruito per “ben figurare”. Ma questo fa parte del tutto e del niente. Verona ha cambiato tutto. Riponendo fiducia però in staff tecnico e direzione sportiva. Una responsabilità pesantissima consegnata a chi ha ancora sulla pelle le ferite di una stagione, la scorsa, che ha portato lacrime e sofferenza.

Ora, la “riflessione di Rimini” porta a tante considerazioni. Oggi manca alla Scaligera un leader carismatico ma anche emotivo. Manca uno scudo all’anima, che risulta essere poco protetta nei momenti di difficoltà. La Scaligera è in via di sviluppo. Le serve tempo. Ma non ha troppo tempo. Verona è discontinua sul piano dell’energia. Tira male da tre, soffre ai liberi. Non ha trovato ancora certezze definitive nell’appoggiarsi ai suoi uomini cardine. Solo solfeggi da DeVoe. La regia è in via di definizione.

Udom, dopo partenza promettente, si è eclissato. E Verona attende che il ragazzo esploda il suo talento quanto prima. Esposito e Murphy i più accesi. Ma non basta ancora. Alessandro Ramagli, per forza di cose, resta l’unica possibilità di rilancio. Uomo di carattere, coach di garra. Anche lui chiamato a “vedere oltre” per trascinare Verona oltre.

La reazione di Verona

I tifosi, solo 756 abbonati, hanno risposto in maniera tiepida al botteghino dopo la retrocessione. Ma la passione, almeno in queste prime gare, non è venuta meno al Forum Ora, la vera domanda è: cosa fare per dare alla Verona del basket una continuità credibile nel breve termine?

Gianluigi Pedrollo, patron del club, potrebbe avere finito la sua scorta di pazienza. Pure lui vive di emozioni che necessitano di essere alimentate. E oggi Pedrollo pare essere figura cardine ed irrinunciabile per tenere in vita Verona. Va aiutato. Con i risultati, con un percorso sportivo credibile, con un ritrovato entusiasmo, con una partecipazione di popolo che solo la Tezenis, sul campo, può ricreare. Il primo passo è eliminare, meglio ancora: conoscere e limitare le fragilità emerse clamorosamente negli ultimi dieci minuti di gara a Rimini.

Simone Antolini

Suggerimenti