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La posta della Olga

Una tranquilla domenica tra cacciatori e cinghiali

Amici escursionisti amanti delle passeggiate lungo i sentieri boschivi - scrive la Olga - se ci tenete alla pelle, indossate l’elmetto e il giubbotto anti proiettile e accompagnate i vostri passi con giaculatorie e, se credete che non bastino, portate con voi un turibolo in cui bruciare incenso benedetto e spandere nuvolette propiziatorie. È in corso l’abbattimento selettivo dei cinghiali, non vostro, ma questo non toglie che qualche scarica di pallettoni vi investa, roba grossa che non dà scampo. Il cacciatore del bareto, Folco, detto Sterminètor, dice che questi pallettoni possono ammazzare a 350/400 metri di distanza. Lui lo sa perché, mirando a un cinghiale sulle colline sopra Avesa, ha mandato in mille penne un merlo indiano la cui gabbia era appesa sotto il portico di una trattoria che distava un bel po’ dall’area in cui era in corso la battuta. Amici escursionisti che domenica scorsa avete rischiato la vita nei boschi sopra Grezzana, capisco che abbiate avuto paura e che qualcuno di voi, più impaurito degli altri, spezzando il bastone da trekking abbia detto «mai più, non mi resta che via Mazzini». Era tutto uno sparo e un abbaiare di cani da caccia. È vero che i cartelli avvertivano della battuta in corso ma questi sentieri la domenica erano vostri e dei cinghiali che vi grufolavano attorno pacificamente. Poi sono arrivati i cacciatori e per voi e i cinghiali è finita la quiete. A ogni sparo il cuore vi saltava fuori e affrettavate il passo per mettervi al riparo. Non eravate voi il bersaglio ma quante volte si legge sui giornali di escursionisti impallinati? E se un’orda di cinghiali in fuga vi avesse travolti? Non sono criceti, i più grossi possono pesare un quintale e un quintale lanciato a 50 chilometri all’ora è quasi impossibile scansarlo. La prossima domenica informatevi e scegliete un posto in cui non ci siano battute di caccia. Se invece vi piace il brivido perseverate. Infatti non è detto che facciate la fine del merlo indiano.

Silvino Gonzato

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