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La posta della Olga

Una causa persa il caos in centro

Come ogni anno in questo periodo - scrive la Olga - si ripropone la solita solfa: troppa gente in centro, bisogna fare qualcosa per sfoltirla. Secondo me è una causa persa e sarà sempre peggio. Mi pare di aver capito che una delle idee sarebbe quella di selezionare la massa, niente più visitatori dozzinali ma di qualità. Certo, ci sarebbe una bella scrematura ma come cavolo si fa a lasciar fuori i tàngheri, ammesso che lo siano, e ad aprire le porte solo ai beneducati e istruiti? Ci vorrebbe un esame di cultura generale, magari di storia dell’arte, di creanza pure. Ma chi potrà impedire ai tàngheri di andare dove vogliono visto che la Costituzione non fa differenze culturali sul diritto di circolazione? Una soluzione ci sarebbe: allestire solo manifestazioni di qualità, dicono. Ma questa città, a parte la cornice monumentale e la Casa di Giulietta, sa offrire solo i mercatini di Natale, roba, quest’ultima, per turisti della porchetta, pur avendo i musei pieni di tesori da tirare fuori per organizzare mostre memorabili. Ha un bel dire il professor Jan Van der Borg, docente di economia del turismo all'università Ca' Foscari, di spalmare gli eventi nel corso di tutto l’anno per evitare resse e congestioni. Cosa spalmiamo noi, la senape dei würstel? Non siamo come Venezia e Firenze. Finite le feste, si chiudono baracca e burattini e torna il deserto fino all’uscita dell’Arena dal letargo e alla ripresa delle maratone. Il Comune sta studiando i flussi e presto ci dirà - almeno così annuncia l’assessora Ugolini - da dove vengano, chi siano e dove vadano (quando non vengono in città) gli invasori della Verona natalizia. Chissà se in questo studio sono inclusi anche i flussi e i riflussi gastrici dei consumatori di leccornìe suine, un dato che potrebbe essere utile per distinguere gli appassionati dell’arte da quelli del codeghìn. E una volta acquisito il dato, cosa se ne farà il Comune? Basterà la statistica per liberare i parcheggi, sturare via Mazzini e rendere la città vivibile?

Silvino Gonzato

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