Un omaggio a Pitagora più che simbolo di Natale

Forse piaceranno, ma a me - scrive la Olga - le installazioni luminose che sostituiranno, dicono solo per questo Natale, la cometa in acciaio mutilata, sembrano più un omaggio a Pitagora e al suo teorema che un simbolo della Natività. Si gioca coi triangoli a led issati su una sorta di attaccapanni con base piramidale e su una stella da Luna Park fatta di un intrico di tubi che si coniugano anche questi in angoli acuminati come aculei di porcospino, il tutto a prudente distanza dall’Arena. C’è molto Pitagora ma anche molto Archimede che, non avendo io fatto le scuole alte, ho conosciuto entrambi solo attraverso gli album di Paperino. Mi fa giustamente osservare il mio Gino che quelli che a me sembrano attaccapanni potrebbero servire da strutture per eventuali nuovi ombrelloni di piazza Erbe. È quindi auspicabile che abbiano un futuro ma non come addobbi natalizi. L’installatore di insegne luminose geometriche, Mango da Albarè, sostiene che i triangoli a led sono richiesti soprattutto dalle pizzerie con plateatico perché catturano le zanzare ma che li monta anche nelle stazioni di servizio. Il ragionier Dolimàn dice che meglio che niente gli attaccapanni e la stella aculeata ma che il niente sarebbe stato più decoroso. «Spiéghete, ragionier» gli hanno detto. «I fa comunque luce» ha spiegato. Avremmo dunque un Natale isoscele e speriamo che i Magi capiscano che è un tacón. Dei tre, Melchiorre è un sindacalista alla Landini e, non essendoci più la cometa sull’Arena, potrebbe decidere di dichiarare sciopero, sempre che Salvini glielo lasci fare. Temo poi che i triangoli, se troppo abbaglianti, possano innescare quel fenomeno che la mia oculista, la dottoressa Mecca, mi dice chiamarsi “post immagine”, cioè ti rimangono impressi nella retina e te li porti ovunque, anche a letto. Comunque se fosse un omaggio a Pitagora andrebbe bene anche questo.