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Tra santi e fanti nostalgia d’autunno

Non sarà mai - scrive la Olga - che io e il mio Gino ci tuffiamo nella forsennata calca delle vie del centro in questi giorni di ponte di Ognissanti e in alcun altro giorno dedicato a meno santi ma con troppi fanti all'assalto della città. Alla larga. Si rischia l'Àlluin coreano. Chi domenica si è trovato in mezzo alla ressa ha rischiato el scagasso per la paura, specie in via Mazzini e in via Cappello. «Mai più» giura l'Amabile che, dopo essere andata al cimitero col Fosco, suo marito, peraltro claustrofobico, lo ha trascinato nella bolgia. L'Amabile, essendo piccola di statura, mi racconta che, a un certo punto, in via Cappello non camminava più con le proprie gambe ma che, stretta dalla folla, ne veniva da questa sollevata e trasportata, tanto che si è trovata nel cortile di Giulietta contro la propria volontà. Non c'era alcun evento che autorizzasse a pensare che il centro fosse invaso come la Mecca nei giorni del pellegrinaggio, se non il tempo quasi estivo in un periodo dell'anno in cui di norma si esce intabarrati. Le visite al cimitero non c'entrano perché, come mi dice l'Amabile, si sentivano i dialetti della provincia e qualche straussamento di turisti stranieri che, come gli abitanti dei paesi, non hanno i loro morti da queste parti. I veronesi di città erano altrove, sul lago e nelle località della Lessinia che erano affollate come a Ferragosto. E ieri, vigilia di Ognissanti, replica, e oggi stessa solfa. «Sta sucedendo de le robe fora da l'ordinario - dice il mio Gino - robe che fa quasi paura». In effetti anche a me questo caldo mette angoscia. Chiedo al meteorologo Spampanato se mai arriveranno l'autunno e l'inverno. «No se sa» mi risponde con rigore scientifico. E intanto il Comune sta pensando a come arginare l'invasione per il futuro prossimo. Steccati come per i bisonti o numero chiuso e tassa d'ingresso come a Venezia? I botteghini alle porte della città potrebbero scoraggiare i più, ma ci vedo un gran casino. Neanche il casinologo del bareto, el Cagnara, ha delle risposte. Approssimandosi il Natale con i suoi mercatini, prevede spegassi. Peggio ancora se sarà un Natale estivo, come il meteorologo Spampanato non si sente di escludere. Ho nostalgia della nebbia, di quando ad andàr in cimitero me se giassava i pié.

Silvino Gonzato

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