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Tocatì, la fortuna sta anche nel nome

Al bareto - scrive la Olga - sono tutti col fiasco sospeso. Aspettano notizie da Rabat, capitale del Marocco, dov'è riunito il Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale. E finalmente, a metà pomeriggio, la buona nuova arriva: il Tocatì, il nostro Festival settembrino dei giochi antichi ha passato l'esame ed è patrimonio dell'Unesco, una medaglia importante per Verona che ci riempie tutti di orgoglio. «Cos'èlo l'Unesco?» chiede el Tegolina senza ricevere una risposta che non sia evasiva. La meno evasiva è quella del ragionier Dolimàn. «Èto mai zugà a s-cianco?» gli dice. Stendiamo un velo pietoso, anzi un sugamàn. Esulta Zaia che già un mese fa ci aveva messo sopra el capèl. Esultano il sindaco e la giunta. Battuta da Procida come capitale italiana della cultura, Verona trova la rivincita tra i datteri di Rabat. Cultura è anche tradizione degli antichi giochi di strada. A Procida lo s-cianco non sanno neanche cosa sia. Non avevo dubbi che ce l'avremmo fatta. La fortuna del Tocatì sta anche nel nome, gioioso come l'esclamazione di un bambino che saltella felice, un nome facile da pronunciare in tutte le lingue come un gioco di schioccanti sillabe armoniosamente assemblate. «Tocatì» dice la graziosa cinesina, «Tocatì» urla il pastore tibetano dall'alto di una rupe e gli fanno eco i monti, «Tocatì» sospira il messicano mentre sonnecchia accucciato all'ombra del sombrero, «Tocatì» sussurra l'olandesina all'innamorato, «Tocatì» dice l'esquimese inseguendo una foca....Il mio Gino, andando fuori tema, aggiunge: «Tócheme Piéro che mama no gh'è». Ora Verona non è più soltanto la città di Giulietta e Romeo (a proposito, ci sono già baruffe - era previsto - per l'ingresso dal Teatro Nuovo) e dell'Arena. Peccato che alcuni sponsor del Tocatì si siano ritirati e che il Comune sia stato costretto a un rabbocco. Non avere i schei per mandare avanti una manifestazione diventata patrimonio dell'Unesco sarebbe un delitto. Sai che figura non avere i schei per pagare l'albergo ai lottatori ónti della Grecia o ai rustici ragazzotti del "Salto del pastor canario"? Per oggi al bareto non sono attese altre notizie. «Però el Tocatì l'imbuga le strade» dice el Nane. «Ignorante» lo zittisce el Toni Cóa.

Silvino Gonzato

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