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Tanto rumore per una tassa. Che si paga in tutta Europa

A me - scrive la Olga - la polemica sulla tassa di soggiorno fa ridere non meno di quella sulla curvatura dei cetrioli imposta dalla Comunità europea perché è fondata sul niente e mi meraviglio che ci sia qualche albergatore che, invece, di tanto in tanto si lamenti incolpando il Comune di una pratica esosa che allontana i turisti. Si tratta infatti di pochi euro che non incidono se non minimamente sul conto che viene presentato al cliente, tanto più che la tassa si paga in tutta Europa, non solo a Verona. Ben altri sono i modi per spennare i turisti e l'obolo non rientra tra questi. Lo si versa proporzionalmente al numero di stelle attribuito a ogni struttura: un euro al giorno per una stella, cinque per cinque stelle. Non credo che un turista che sceglie un hotel a quattro o a cinque stelle, e quindi si suppone che non rientri nella categoria dei poveri in canna, si disperi se deve pagare la tassa di soggiorno. Sì, però, come si lagna il presidente di Federalberghi, si va comunque «a gravare su un pubblico che invece vogliamo attirare». Dal che una che non ha fatto le scóle alte come me potrebbe dedurre, nella propria ignoranza enciclopedica, che il turista per farlo venire bisogna in qualche modo pagarlo. La questione mi pare che sia un'altra, come mi suggerisce la Rosetta, titolare della Pensione "Alla Bavesèla", e cioè che i soldi raccolti dal Comune con la tassa di soggiorno, vengano investiti nel Turismo e non usati per puntellare bilanci zoppi, come del resto i soldi delle multe dovrebbero servire (ma chi ci crede?) per mettere a posto le strade. «La me clientela, pur scalcagnà - mi dice la Rosetta - no l'ò mai sentìa rognàr par l'euro de tassa. L'an passà però è vegnu 'na faméia: pare, mare e sète fiói. Nóve euro al giorno solo de tassa i me paréa massa e ghe iò pagà mi». Ecco, magari qualche albergatore potrebbe fare come la Rosetta nel caso di famiglie extra large non abbienti ma sugli atti di carità generalizzati da parte della categoria sono scettica, me bala 'n òcio. Mi dice el ragionier Dolimàn che i cinque euro di tassa che si pagano nei nostri hotel di lusso li si paga anche a Parigi. Ecco, magari, qui ci vorrebbe 'na sforbezadìna perché è vero che Verona è bella ma sarebbe immodesto paragonarla a Parigi.

Silvino Gonzato

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