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Solo il ritorno alle caverne ci libererà dallo smog

Volendo saperne di più sullo smog che ci sta stofegàndo - scrive la Olga - mi sono iscritta ai corsi sull'inquinamento e sulla qualità dell'aria tenuti dal professor Pipa che sono cominciati venerdì scorso dopo el Bacanàl del gnoco, nella Sala Mary Poppins della sede del Dopolavoro Spazzacamini. Il professor Pipa indossava un vestito fumo di Londra, aveva molti peli che gli uscivano a cascata dalle orecchie e, prima di cominciare la lezione, mediante un stranfiér elettronico ha misurato la quantità di polveri sottili che ognuno dei partecipanti si portava addosso. I valori erano diversi da persona a persona e ciò dipendeva dalle zone della città da cui si proveniva. Quelli di corso Milano ne avevano più degli altri, seguiti dagli abitanti di viale Venezia, stradone Santa Lucia e viale Piave. «Siamo quasi ai livelli di Katmandu, capitale del Nepal, stato himalayano, il più inquinato del mondo» ha detto il professor Pipa smentendo la credenza secondo cui più in alto si va più l'aria è pulita. Un lattoniere - così si è definito - ha chiesto se a Katmandu, quando ci sono i picchi di smog, le autorità fermano le auto come si usa da noi. «Peggio - ha risposto il professore - Le auto vecchie, e quindi più inquinanti, vengono rottamate sul posto insieme al conducente e a eventuali passeggeri. Lo stesso capita per i pullman». E noi che ci lamentiamo se non possiamo circolare con l'Euro 5! E la città con meno smog? «Helsinki, in Finlandia - ha detto il professore - ma là ci sono molte correnti d'aria che disperdono i fumi e ci sono molti più alberi che case». La lezione è stata molto interessante, tanto che nessuno, tranne il professore, ma solo alla fine, si è addormentato sulla sedia. Abbiamo così appreso che a Verona la lotta all'inquinamento si può vincere solo eliminando tutte le auto tranne quelle elettriche, stupando tutti i camini, fermando le industrie, vietando ogni sorta di emissione di gas intestinali e dedicandoci tutti alla pastorizia. Una donna tra le più inquinate, allargando le braccia, ha esclamato: «Ma così tornémo ai tempi de Matìo Cópo ch'el copava i piòci col pico». Un passo alla volta ci arriveremo. Intanto abbiamo cominciato a mangiare i grilli come facevano gli uomini delle caverne.

Silvino Gonzato

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