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Se la Bra fosse un lago Siccità e sogni romantici

Una volta tanto - scrive la Olga - sono d'accordo con Salvini che, parlando a Belfiore in occasione della cerimonia di inaugurazione del rifacimento del primo tratto del canale Leb, ha detto che per combattere la siccità occorre creare bacini e dighe. Ho sempre sognato un laghetto in Bra al posto dei giardini o ancora più largo in modo da lambire il Listón, caso in cui vi vedrei bene, anzi, ne sarei entusiasta, delle gondole con i loro pali di ormeggio. Specchiandosi nel laghetto, l'Arena diventerebbe doppia, così come la Gran Guardia, il Municipio, i Portoni della piazza e i palazzi. Il mio Gino vi vedrebbe anche un noleggio di pedalò. Insomma, come direbbe il ragionier Dolimàn esprimendosi nel gergo dei giovani, sarebbe una figata. Immagino molti altri laghetti nei quartieri, al posto di piazze brutte o insignificanti. Un bel lago con pontili e un Lido ben attrezzato alla Spianà sarebbe quel che ci vuole, non solo per l'approvvigionamento idrico, ma anche per mettere fine ai continui progetti, nessuno dei quali è mai andato in porto, che si sono affollati nel tempo per quest'area. Contrastare la siccità ormai cronica scavando fino a che non si trovi la vena acquifera è l'uovo di Colombo ma ci vogliono tanti soldi, e io comincerei magari dai milioni che il Comune sta buttando via per l'inutile filovia. E se non sono laghetti, saranno pozzi con la carrucola per attaccarci i séci. Se ne potrebbero scavare a migliaia, come dice il rabdomante Raspa del nostro quartiere che ogni mattina lo si vede uscire col suo pendolo e che avrà un futuro se si darà il via al “piano per l'acqua“ promesso da Salvini. Oggi io e il mio Gino siamo andati a Montorio a vedere il livello dei fossi. Le anaréte galleggiano ancora ma i germani reali devono metter giù le sate e le ale se non vogliono ribaltarsi. Come noi c'erano altri a guardare i fossi. Uno, il padrone di un campo, inveiva contro i contadini della collina che, «fiói de ròie» gli portano via l’acqua succhiandola con delle pompe e riversandola nei loro terreni. «Aqua tua vita mea» ha commentato uno che masticava il latino. Io pensavo al laghetto in Bra, alle gondole, al pedalò sharing, all'effetto dei lampioni di sera riflessi nell’acqua e alle orchestrine che suonano romantici rondò sul Listón. E sdilinquivo.

Silvino Gonzato

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