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La posta della Olga

Sceicchi in vetrina sulle nostre montagne

Dovrebbe essere davvero un’esperienza mozzafiato - scrive la Olga - quella di trascorrere qualche tempo in una scatola di vetro in alta montagna, la nuova frontiera del turismo in quota approvata e incoraggiata dalla Regione: una sola stanza di pochi metri quadrati appena sotto le nude cime che si possono ammirare compiendo un intero giro su se stessi come Cicikov che balla da solo in un romanzo che ho letto in gioventù. Una stanza dal tetto trasparente attraverso il quale si possono contare le stelle che sono più numerose di quante se ne vedano in pianura, mistero che mi ha chiarito una sera l’astrofilo Marietto quando mi faceva la corte. Una stanza col letto matrimoniale in bella vista per la curiosità di stambecchi, marmotte, volpi, tassi e martore ma anche di tutti gli uccelli, tra cui i rapaci, che ti possono vedere da sopra. Al mio Gino le case di vetro fanno venire in mente le vetrine di un certo quartiere di Amsterdam, dove peraltro non siamo mai stati (deve averla sentita al bareto) in cui esibiscono la propria mercanzia certe bambole viventi. Di queste stanze di vetro da cui osservi e, nello stesso tempo sei osservato, ne esistono solo due, nel Bellunese (possono essere affittate per 700 euro al giorno, roba da sióri, insomma), ma Zaia, con la sua ossessione per il turismo, ne vorrebbe molte di più, dalle Dolomiti alla Lessinia e al Baldo, e magari qualche ricco imprenditore ne approfitterà per costruirne in serie. Gli sceicchi, che già sono padroni di mezzo Veneto, hanno dimestichezza con cammelli e dromedari ma non hanno mai visto le corna degli stambecchi da vicino né un’aquila reale e questa potrebbe essere l’occasione buona. E dopo la stanza di vetro vorranno anche la strada asfaltata per arrivarci o la piazzola per l’elicottero. Insomma, c’è chi teme spegassi ambientali, compreso il disorientamento degli animali ai quali si andrà inevitabilmente a rompere le balle scombinandone le abitudini e i ritmi di vita.

Silvino Gonzato

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