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Quando il cappotto costa come la villa di Depp

Dalla Cinzia, la mia parrucchiera - scrive la Olga - mi capita spesso di sfogliare le riviste di gossip e quando mi imbatto nelle foto di ville di attori o di calciatori famosi mi soffermo e sogno, m'immagino di sedermi sul bordo di una di quelle piscine favolose e di immergervi magari solo le sate, fantastico di poter passare una giornata - non di più perché sennò mi verrebbero le stornìsie - a girare stupefatta per le decine di stanze di quei paradisi immersi tra Beverly Hills o della Costa Azzurra o nel privilegio di oasi verdi ricavate tra i grattacieli delle grandi città. Leggo che la nuova villa di Cristiano Ronaldo, a Madrid, gli è costata sette milioni di dollari, 6,4 milioni di euro, una barca di soldi ma se lo può permettere. Leggo che Johnny Depp ha comprato la sua villa in Costa Azzurra a 9, che quella di Di Caprio a Los Angeles ne vale 7,1. In questi giorni ho apprezzato due interventi su L'Arena in cui si parla, e si deplora, che per mettere il cappotto, con annessi e connessi (sostituzione infissi e caldaie) a un condominio di 54 appartamenti in una zona di non eccelso pregio di borgo Venezia, la ditta romana che sta eseguendo i lavori e costituitasi, guarda caso, nel 2020, ha presentato un conto (chi se ne frega, paga lo Stato) di nove milioni, quanto la villa di Depp. Ma, visto che lo Stato non paga tutto, i condòmini dovranno versare all'amministratore il 2 per cento più la parcella di un avvocato che è spuntato fuori incaricandosi di verificare che tutto fosse conforme non si sa a che cosa. Uno dei due lettori sostiene che con nove milioni il condominio lo si sarebbe potuto ricostruire dalle fondamenta. Per ora ci sono solo i ponteggi con sopra i colombi, in un condominio vicino i colombi hanno nidificato indisturbati visto che i ponteggi ci sono da mesi ma che lo scorticamento dei muri non è ancora cominciato. L'architetto Mastegabrodo si augura che l'Agenzia delle Entrate ci metta il naso prima che si compia il misfatto, non dopo. Il condominio di borgo Venezia non è che uno degli assalti alla diligenza resi possibili da un decreto stupidamente e irresponsabilmente demagogico voluto da una parte politica nel vano tentativo di recuperare voti affossando lo Stato.

Silvino Gonzato

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