Quadretto di famiglia con spiansìn per gli alberi

Gli alberi hanno già la cassa da morto incorporata anche se da morti non gli serve. Il rovere ce l’ha di rovere, l’olmo ce l’ha di olmo, il larice ce l’ha di larice e così via. Gli ippocastani di viale della Repubblica appena soppressi l’avevano di ippocastano o castagnar selvadego. Sono alberi generosi di ombra e tra i più amati dalle api per i loro fiori intensamente profumati. Dai tronchi il falegname ricaverà comò, comodini, scaffali, parquet, bare ma non per loro. Di un albero morto si possono fare un’infinità di cose. Ma io preferisco gli alberi vivi ai comodini e ai parquet. Dicono che i castagnari selvadeghi di viale della Repubblica fossero malati (raìse smàrse, la diagnosi) e può essere vero. Ma avevano una bella cera, le foglie forti e lucide, i fiori luminosi. «Che i n’àbia ciavà n’altra òlta?» pensa la gente. È dai tempi dei primi alberi abbattuti per fare largo alla filovia che è cominciata l’epidemia. Ma là dove si decide la sorte del “verde verticale”, come lo chiamano, c’è anche la paura che con i temporali di nuova generazione qualche albero giudicato troppo cresciuto e troppo chiomato possa cadere combinando spegassi. In questo caso la malattia sarebbe la troppa esuberanza e allora dobbiamo aspettarci che ogni creatura vegetale sopra i 3-4 metri venga eliminata a favore di nuove piantumazioni di pini mughi e querce nane. Lasciamo crescere l’erba nei parchi per favorire la biodiversità e abbassiamo gli alberi fregando le api. Fatalmente avremo meno ombra. Ai giardini pubblici i pensionati leggeranno il giornale sotto i bonsai. Dominerà l’asfalto incandescente delle nuove estati. Alberelli neonati prenderanno il posto dei giganti sacrificati alla nuova tendenza e la popolazione, come è stato annunciato, sarà rifornita di innaffiatoi per salvarli dalla siccità mentre i bambini potranno dare il loro contributo con le pistole ad acqua. Quadretto di famiglia verde-solidale con spiansìn.