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La posta della Olga

Psicosi da trivelle. Ovunque ma non qui

Zaia non vuol sentir parlare di trivelle - scrive la Olga - né in mare né altrove perché, prima di tutto, gli mandano a ramengo la balneazione, tanto più che, come mi spiega il mio Gino traducendo Zaia, essendo l'Adriatico poco più profondo di una pócia, «se dovesse s-ciopàr calcòssa e ciapàsse fógo 'na piataforma, el metano e magari el petrolio (parché te sérchi 'na roba e ghe ne salta fora n'altra) i se spandarìa in mar, i coparìa tuti i pesci e i invelenarìa i lidi». Il governatore non vuole che si buchi neanche in Polesine dove, a causa delle trivellazioni degli Anni Cinquanta, il terreno si è accucciato al di sotto del livello del mare. Dopo l'intenzione espressa dal governo di riprendere la ricerca di gas per ridurre le importazioni dall'estero, tutti ci stanno a patto che le trivellazioni avvengano al di fuori del proprio territorio, il che equivale a dire che non ci sta nessuno come sta succedendo per i rigassificatori. La Palmira, che abita in città ma ha i campi in un paese della Bassa Veronese dove da un momento all'altro potrebbero comparire le trivelle, mi dice che qualche mattina, facendo il giro della proprietà col suo trattore, sente qua e là odore di metano ma che non permetterà mai che le buchino il terreno. «Ghe sito sta anca stamatina?» le chiedo. «Sì - mi fa - parché me lo domàndito?». «Parché, in effetti - le dico - t'è restà adosso un pochetìn de spusséta, de quela che sento quando el fornél no'l se impìssa al primo colpo». Il fatto che Verona e provincia rientrino nelle zone da esplorare in cerca di giacimenti di gas sta scatenando una vera e propria psicosi. El Vacamòra ha chiuso il cancello della sua fattoria con una catena da vaporetto. Un cartello dice "Qua de gas no ghe n'è, ò zà nasà mi tuti i solchi". El cavalier del Dopolavoro, Osoppo, è stato fermato dai condòmini mentre scavava nel suo orto per piantare un alberello. Temevano che trovasse il metano, caso in cui sarebbe arrivata subito una trivella. «Ghe n'émo zà bastànsa co' l'impalcadura par el sentodiése che l'è qua da mesi sensa che sia scominsià i laóri» gli è stato risposto. Insomma, si temono più le trivelle che le bollette, più i pozzi che il rischio di avere davanti lunghi inverni senza metano. Prima della trivella viene il campanile.

Silvino Gonzato

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