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La posta della Olga

Più alberi? No, dipingete le strade di verde

Ho avuto fortuna - scrive la Olga - e alla fine ce l’ho fatta a parlare col capo dei giardinieri della Green Generation che, come è avvenuto in via Cristofoli, quartiere Stadio, dipingono l’asfalto di verde simulando quella foresta urbana promessa dall’assessore Benini e che gli ignoranti come me pensavano fosse fatta di alberi. «L’è quel co’ ‘na frasca intorno a la testa» mi fa la barista e non ho nemmeno il bisogno che me lo indichi col dito. È seduto a un tavolo da solo e succhia con la cannuccia in un bicchiere di menta. «Con la nostra pittura - mi dice accomodandosi la frasca - trasformiamo strade, piazze e marciapiedi in boschi e sottoboschi, in foreste pluviali, in prati, e se l’assessore ci ordina il mare con lo sciacquio della risacca siamo pronti, ci basta solo usare un pennello più grosso». Mi permetto di dirgli che così si ingannano la gente e gli animali, specie gli uccelli. «È il nostro limite - ammette - ma stiamo studiando il modo di superarlo e un giorno basterà che le pecore bruchino l’asfalto per saziarsi. Posso offrirle una menta?». «La ringrazio ma ho il reflusso gastrico» gli rispondo. «Un giorno - continua - i nostri boschi e i nostri prati dipinti profumeranno di boschi e di prati veri. Ci stiamo preparando anche per il Central Park dove dai nostri pennelli usciranno foreste e savane con baobab giganteschi, sperando per allora, ma manca ancora molto, di dare una consistenza reale anche all’ombra e alla sua frescura, la cosa più difficile da realizzare». Trovo il coraggio di dirgli che mi sembra una boiata. «Lei la può pensare come vuole - mi risponde armeggiando con la cannuccia - ma ho promesso all’assessore che al Central Park dipingeremo orsi e forse anche leoni viventi». Mi mostra il catalogo delle giungle finte che tiene sul tavolo. «Guardi questa, non le sembra vera? Questa città diventerà una piccola Amazzonia». Gli scappa un fragoroso starnuto. «È la frasca - si scusa - sono allergico».

Silvino Gonzato

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