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La posta della Olga

Papà del gnoco o del spàraso?

di Silvino Gonzato

Nella confusione dei tempi correnti - scrive la Olga - ci sta che il corteo del Vènardi Gnocolàr si tenga a fine aprile e di domenica invece che di venerdì, e al tempo dei spàrasi e delle fragole invece che al tempo dei gnochi e de le frìtole. È già successo due anni e mezzo fa che el Bacanàl tracimasse dall’alveo della consuetudine andando a invadere empiamente i giorni dei Morti, ma allora c’entrava il Covid mentre per l’edizione spostata a domani era stata fatale la pioggerellina di febbraio che avrebbe scollato il barbone dalla faccia del Papà del Gnoco se vi si fosse esposto. Ecco dunque un altro Bacanàl fuori stagione con la domenica che diventa venerdì secondo il calendario sbagliato, ma solo per noi, dei Mandritos del Wateciava dove ognuno dà il nome ai giorni a proprio piacimento e può capitare che per qualcuno sia sempre venerdì e per qualcun altro sempre domenica. Secondo una corrente di pensiero, per questa edizione primaverile el Papà del Gnoco dovrebbe deporre el gnoco, infilare nel pirón un spàraso della Mambrotta e cambiare il nome in Papà del Spàraso. Si tratterebbe di un semplice aggiornamento temporaneo e per niente demansionabile della storica istituzione gnocolara. Secondo un’altra corrente, el Bacanàl in aprile allunga la vita di più di due mesi. In effetti tra i veciòti c’è chi conta i compleanni basandosi sui carnevali che si è lasciato alle spalle. «Quanti carnevài gh’èto, Toni?». E la risposta non tiene conto della data di nascita ma del giorno della sfilata delle maschere e dei carri. Devo dire che, nonostante tutto, questo Bacanàl del Gnoco o del Spàraso, comunque lo si voglia chiamare, cade in un periodo di manifestazioni burrascose che interessano tutte le piazze d’Italia, per cui è benvenuto se riuscirà a stemperare un po’ l’aria avvelenata da chi ti chiede di dichiararti antifascista per avere diritto di parola. Quando gli chiedono se sia antifascista, el Pipa risponde sornione: «Son del rión de la Carega».

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