<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Ombra in deroga. La Bra senza limiti

Tolleranza, Verona è una città di tolleranza - scrive la Olga - e ci pare di capire che con la nuova amministrazione lo diventerà ancora di più. Basta sentire cosa dice l'assessora alla Sicurezza, Stefania Zivelonghi, a proposito dei giardini della Bra, non i vialetti ma i praticelli erbosi invasi, in barba al regolamento municipale, da una moltitudine di cercatori d'ombra in questi giorni di torrefazione intensiva. L'assessora, introducendo il discorso con una locuzione un po' burbanzosa «varrebbe la pena di ricordare», sostiene che con questa situazione climatica, cercare l'ombra è più che ragionevole. Ma proprio lì, in Piazza Bra, cara assessora? Non ci sono altre ombre più ragionevoli senza che il popolo della canotta, delle braghe corte e delle infradito comprometta il decoro di una delle piazze monumentali più belle del mondo? Perdurando questa canicola, è probabile che saranno tollerati anche i picnic e i barbecue sfrigolanti di salsicce, sdraie, lettini con appositi noleggiatori e giochi da spiaggia. Disgraziatamente in questa città non esiste un censimento delle ombre (una delle tante lacune delle amministrazioni precedenti: non uno straccio di opuscolo, una mappa, niente di niente) e allora si approfitta dell'ombra più panoramica con vista sull'Arena, sulla Gran Guardia, sul Listón dello struscio stracco e sul Municipio. La mia amica Eleonora mi dice di aver visto farsi strada tra i bivaccanti stravaccati un venditore di cocco e un paio di vu' cumprà carichi di merce. È possibile, le condizioni ci sono, anche se la Eleonora non è sempre attendibile. Mi aspetto però che dopo il «varrebbe la pena di ricordare» dell'assessora Zivelonghi, nella prossima seduta di giunta, in deroga al regolamento di polizia urbana, si ufficializzi il godimento di tutte le ombre senza pretestuosi vincoli e col beneplacito del soprintendente Tinè solitamente rigoroso ma a cui «varrebbe la pena di ricordare» che il sole scotta e che a nessuno, per alcun motivo si può negare la democratica ombra ristoratrice, tranne di notte, quando non se ne sente il bisogno, come scrive il filosofo-psicologo-sociologo Strusa nel suo saggio dal titolo «Perché le leséne, che sono sempre in ombra, sudano anche di notte?» di cui consiglio la lettura all'assessora Zivelonghi.

Silvino Gonzato

Suggerimenti