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Non chiamiamoli vittime della società bislacca

Arrivano le cavallette, - scrive la Olga - arrivano con i treni dalla Lombardia, quelli che nei giorni feriali sono stipati di pendolari che rappresentano l’Italia che sgobba. Le cavallette - in altro modo non saprei chiamare i giovani, in parte adolescenti, che si danno appuntamento per distruggere - si abbatteranno oggi, secondo previsioni, sulle spiagge tra Peschiera e Castelnuovo, come un anno fa. Chiamandoli barbari gli si riconoscerebbe in qualche modo l’appartenenza a una civiltà arretrata, ma qui si tratta di delinquenti la cui forza sta nel branco e che, presi uno per uno, sembrano magari degli angioletti che si fanno strizzare i brufoli dalla mamma. Stavolta le forze dell’ordine non verranno colte di sorpresa come nel giugno scorso ma li aspetteranno. La marmaglia la considererà quindi una sfida, avrà un nemico che potrebbe esaltarne la follia. Il mio Gino sostiene che gli sbarbatelli se la faranno addosso per la paura, ma io credo purtroppo che ci potrebbero essere degli scontri e mi chiedo da cosa derivi tutto questo bisogno di violenza che sta guastando molti giovani. Il filosofo-psicologo-sociologo Strusa ha le sue teorie che chiamano in causa la società, il mondo bislacco di oggi, l’aggressività accumulata durante la pandemia, i social diventati istantanei mezzi di arruolamento, e cita il recente episodio dello studente che ha accoltellato con un pugnale da pescicani la propria insegnante che gli aveva dato troppe note sul registro. Non ho la cultura del professor Strusa, ma non vorrei che passasse il messaggio secondo cui i giovani svalvolati di oggi siano vittime e quindi legittimati a sfasciare tutto e ad accoltellare gli insegnanti per sfogare la loro rabbia e la loro frustrazione. In stragrande maggioranza i nostri giovani sono perbene, studiano e lavorano, al massimo piantano tende fuori dalle università per protestare contro gli affitti infami da cui sono strangolati, e gli adolescenti sono impegnati con la scuola, i compiti e la squadretta di calcio. La verità è che sono aumentate le mele marce, figlie di alberi marci (leggi pare e mare) e sono queste che oggi arriveranno con i treni, con l’intenzione di ripetere le prodezze dell’anno scorso. Ma speriamo che stavolta la storia sia diversa. Che il marciume stavolta venga fermato.

Silvino Gonzato

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