<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
La posta della Olga

Non c’è posto a Verona per la Brigitte e Hans

Da Innsbruck mi telefona la mia amica Brigitte - scrive la Olga - e mi dice che suo marito, Hans, si è fatto crescere i capelli, veste strassonà e vuole fare il bohémien in giro per il mondo ma non tanto distante perché ha problemi di prostata e che Verona, come prima tappa, sarebbe l’ideale. Mi spiega che dopo settant’anni di vita da austriaco rispettoso e ossequiente, vuole uscire dagli schemi, gettare alle ortìghen l’impeccabile vestito tirolese, lavarsi poco e condurre un’esistenza sbrigliata, libera e anticonformista. Nel cambiamento di pelle Hans vorrebbe coinvolgere anche lei che sarebbe restìa a fare la bohème rinunciando alla bella casa e a fare marmelàden ma che deve accontentarlo per salvare il matrimonio. Mi dice di aver letto sui giornali che Verona è piena di turisti, che ci sono più case turistiche che abitazioni di residenti ma che a loro andrebbe bene anche una soffitta, una cantina o un sottoscala. «Credo che non ci sia più un buco libero» le rispondo dopo averle espresso la mia sorpresa per la decisione di Hans che quella decina di volte che ci eravamo visti mi era sembrato ‘n’omo tuto d’un tòco, conformista, reazionario e politicamente vicino a Cecco Beppe e a Radéci, come mia bisnonna chiamava Radetzky. La Brigitte mi dice che a settant’anni si cambia ma che non pensava che Hans facesse un cambiamento così radicale. «Pensa - mi dice - che si è comprato una chitarra, non la sa suonare ma sostiene che un bohémien deve sempre avere con sé una chitarra». In ogni caso le ripeto che a Verona non c’è posto e che io e il mio Gino li ospiteremmo volentieri se non ci fosse di mezzo la tassa di soggiorno. La Brigitte mi risponde che in effetti dei bohémien che pagassero la tassa di soggiorno non sarebbero neanche bohémien e mi chiede se almeno c’è un buco nei conventi. «Per il vitto credo di sì - le rispondo - ma per il pernottamento sono tutti strapieni». «Potremmo schlafen (dormire) sui marciapiedi, abbiamo i peli nei sacchi (sacchi a pelo). Le dico a malincuore che i marciapiedi sono tutti occupati dai plateatici di bar e ristoranti e che non troverebbero posto neanche sotto i ponti nonostante ci sia molto spazio perché l’Àdese l’è suto. «Riferirò al mio Hans che ha già indossato lo zaino» mi dice.

Silvino Gonzato

Suggerimenti