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La posta della Olga

Non abbiamo parenti africani

Mi è capitato di recente - scrive la Olga - che, tramite un messaggio telefonico, un africano dal nome molto africano che diceva di rappresentare un’organizzazione umanitaria africana, mi chiedesse di fare un’offerta di cento euro cliccando su un link in cui avrei trovato le coordinate. Premesso che i link non so neanche cosa siano e quindi non ci clicco mai sopra, ho chiesto al mio Gino se avessimo conoscenze in Africa, visto che nel messaggio mi ci si rivolgeva con un «Cara Olga». Il mio Gino si è fatto ripetere il nome un paio di volte e poi, dopo aver aggrottato la fronte in uno sforzo di memoria, mi ha risposto di non aver mai sentito un nome simile, che comunque in Africa non gli risultava che avessimo conoscenti ma che avrebbe chiesto all’africano del bareto, un certo Lulelè, se avesse qualche parente in quel continente con quelle generalità. È evidente che se avessi abboccato come una stupida trota mi sarei trovata nelle pétole come tutta quella gente che casca nei tombini delle trappole onlàin. Telefonino e computer sono una benedizione per molti aspetti ma anche, e sempre più, facile terreno di agguati, di truffe di ogni genere. Se non è l’Africa che chiama, sono una banca, le poste, un’assicurazione, un presunto amico bloccato in Niger e che per essere sbloccato ha bisogno di una cifra. È capitato anche alla Elide che dà spago a tutti e a cui non è parso vero di avere un amico africano, lei che è affascinata da tutto ciò che è esotico. Diffidare del prossimo è consigliabile ma diffidare del remoto è un obbligo. Non rispondo neanche più al citofono di casa. L’Ernesta ha aperto a due finti carabinieri che le hanno rubato gli oréti de so pòra mama. Dobbiamo renderci conto che siamo assediati da farabutti e che alla minima imprudenza siamo fregati. Non è un bel vivere ma è il vivere che ci viene consentito. Quando va a fare bancomat la Nerina si porta il pitbull senza museruola.

Silvino Gonzato

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