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La posta della Olga

Neve all’Atollo di Moruri mentre al bareto si suda

Solitamente in questi giorni di inizio anno - scrive la Olga - el ragionier Dolimàn partiva per l’Atollo di Moruri in sella alla sua Gilera con la bussola sul manubrio. Offriva un bianco a tutti e salutava. Quest’anno però pare che, almeno per ora, non ne abbia voglia. Il motivo è che qui, nonostante l’inverno, fa più caldo che non sulla sua isola tropicale dove, com’è noto, possiede un tucul. Il meteorologo del bareto prevede che il freddo artico arriverà dopo l’Epifania, el ragionier ci crede poco, ma per ora vuole evitare che si ripeta il paradosso dell’anno scorso quando mentre lui pescava all’atollo i magnaroni giganti avvolto in pelli di bufalo e con in testa un colbacco di lupo siberiano, i suoi amici avventori del bareto giocavano a briscola in canottiera e bermuda. Quando partiva era un evento. El Gussa gli suonava alla fisarmonica la sua canzone preferita, il Tamuré, e la Beresina sparava i fianchi da una parte e dall’altra in un ballo frenetico. El bareto senza eventi è morto o, per lo meno, è catalettico. L’anno è cominciato stancamente, la solita briscola, il solito fiasco che gira, el Sarsàcolo che gioca al biliardo da solo, lo sciacquone del bagno guasto, l’annebbiamento dei cervelli conseguente ai festeggiamenti di San Silvestro, el Rufa che mangia rumorosamente le patatine e el Pèssa da Pié che cerca di stemperare il torpore generale annunciando che al cinema Masenìn fanno “La vita privata di Elena di Troia”. Anche il meteo incide sull’umore, oltre i vetri delle finestre domina il grigio, sulle montagne non c’è un filo di neve. Il meteorologo Spampanato la prevede per metà mese, ma intanto sta arrivando il Libeccio che porterà aria calda. «Tegnì vèrta la porta che se suda» grida el Tegolina che ha un occhio bendato per via di un petardo che gli è esploso contro il parabrezza della Lambretta. E el ragionier Dolimàn telefona all’Atollo. «Fiòca? Ah, s’à ingiassà el mar» lo si sente dire.

Silvino Gonzato

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