«Mi dia l’autovelox giusto»

Come abbiamo letto - scrive la Olga - tre giudici di pace si sono pronunciati contro l’autovelox di Pai annullando un bel po’ di verbali. Un autovelox, per avere tutti i crismi, deve essere omologato e autorizzato. Si dice che siano due cose diverse, come le scarpe e i calséti che pur hanno entrambi la funzione di coprire i piedi. Quello di Pai è solo autorizzato, e qui è cascato il musso. Sulla differenza tra omologato e autorizzato si è aperto, ma non concluso, il dibattito tra i cittadini che, come me, quando si tratta di certi termini, non colgono le sfumature tra l’uno e l’altro, anche se omologato e autorizzato sinonimi non dovrebbero essere sennò basterebbe una stessa parola. Dirò che la distinzione sta mettendo in difficoltà anche il linguista del bareto, il professor Scalcagnato che, lungi dal tentare spiegazioni semantiche, preferisce andare per paragoni sostenendo per esempio che il clinto, il vino veneto proibito per legge, è omologato ma non autorizzato. «La stessa roba de me moiér» ha detto l’avventore Miòla. Tutti al bareto conoscono la Ginetta, moglie del Miòla, che gli è fedele come è fedele a tutti. Omologata ma non autorizzata. Il concetto sembrava essere stato afferrato ma, come ha detto el ragionier Dolimàn, c’è troppo casino nel settore. Pregato di essere più chiaro e di precisare in quale settore, el ragionier ha detto: «Quel dei autovelox, che altro?». E il casino, secondo lui, è destinato a durare: dopo gli annullamenti dei verbali ci saranno ricorsi su ricorsi perché i Comuni non mollano, perché i giudici di pace non la pensano tutti alla stessa maniera e gli automobilisti miracolati di oggi non è detto che non ritornino a piangere domani. «No capisso ‘sta storia de l’omologato e de l’autorizato - ha detto el Bepo Furia - Se mi fusse sindaco andarìa da un feramenta, de quei che i ga de tuto, e ghe dirìa de darme un autovelox omologà e autorizà, completo, insoma». Tutti hanno capito che sarebbe la cosa più semplice da fare.