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Lui è «il bravo figliolo» che tutti vorremmo avere

Tutti - scrive la Olga - vorremmo avere un figlio come Riccardo Fabbriconi da Brescia, in arte Blanco. Sanremo serve anche a questo: a sceglierci i figli, i fratelli e le sorelle che vorremmo avere. Il Festival è lo specchio dei tempi ed è nello specchio che vediamo riflessi i nostri modelli di vita, le persone che desidereremmo importare in famiglia, un sogno che non si avvererà mai ma che è pur sempre una bolla soffiata dal nostro fantasticare senza il quale la nostra esistenza sarebbe piatta come un'asse da stiro. Un gatto, un camino acceso (in questi giorni il freddo arrossa i nasi) e Blanco, sì Blanco di blanco vestito come i chierichetti e gli angeli. Blanco che, dopo il Festival vinto l'anno scorso in coppia con Mahmood («Mahmood, Gino, non Mammut!»), aveva cantato per il Papa in piazza San Pietro. Quale figlio migliore di uno che canta per il Papa? I tempi che stiamo vivendo non mi piacciono, anzi, par dirla s-cèta, i me fa schifo e, di conseguenza, anche lo specchio fa schifo, ma Blanco è una mosca blanca. L'altra sera a Sanremo mentre cantava, non sentendo - per un problema tecnico - la sua voce in cuffia, ma quella della nonna, ha devastato il palcoscenico e fatto strage delle rose che lo bordavano, ha fatto insomma più danni de 'na ròia ne 'na molonara ma tutte le mamme davanti al teleschermo, hanno esploso un ammirato «ohhh!» e, ne sono sicura, hanno visto in quel ventenne il figlio che avrebbero voluto avere, un estemporaneo assassino di rose un tantinello sboccato (almeno nella canzone che pur vagheggiava un'isola di rose, fatalità) ma qual è quel figlio che, pur buono, bravo ed educato, mentre sta cantando a Sanremo non si infurierebbe se in cuffia, invece della propria voce, sentisse quella della nonna? Si può non amare Sanremo perché non c'è niente di più balordo e ipocrita (specchio dei tempi, appunto) ma non tutto è da buttare nei bidoni delle sgaùie. Della prima puntata, per forza di cose, bisognerà buttare le rose massacrate, le cuffie di Blanco ma non Blanco, figlio modello, ed altri che vorremmo fossero nostri figli come quel Salmo, rapper sardo, che piace tanto alle mie amiche perché gli ricorda il melodico Natalino Otto degli Anni Cinquanta: "Op, op, trotta cavallino".

Silvino Gonzato

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