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La posta della Olga

Le beghe per Giulietta La Tav in via Cappello?

Al bareto - scrive la Olga - si era sparsa la voce che un'inattesa quanto deprecabile variazione del tracciato della Tav, avrebbe portato le rotaie del treno ad alta velocità in via Cappello, piazza Erbe, forse anche sul Listón, per cui si sarebbero resi necessari un bel mucchio di espropri con conseguenti abbattimenti di case, palazzi, chioschi di patatine nonché monumenti. Di solito non si sa come nascano le voci, ma in questo caso è molto probabile che un avventore, dopo aver orecchiato la notizia che il Comune starebbe studiando di espropriare l'edificio trecentesco a sinistra del cancello d'ingresso del Cortile di Giulietta per metterlo in comunicazione con la celebre Casa-Museo e tagliare così fuori i litigiosi condòmini, abbia grossolanamente frainteso. In ogni caso la voce, diventata frettolosamente notizia, ha suscitato al bareto clamori, dibattiti, perfino scontri sulla legittimità di una Tav che fa strage di case, di boschi e di chioschi di patatine. Il mio Gino, che era presente, mi ha riferito che sono volati fiaschi tra favorevoli e contrari all'alta velocità ma che alla fine tutti si sono trovati d'accordo sul fatto che dopo vent'anni di indecenti liti tra il Comune, i negozi e l'albergo comproprietari del Cortile, la Tav in via Cappello avrebbe messo fine alla grottesca situazione. Nessuno, ma proprio nessuno, neanche il cavalier Osoppo, benché autore di tante battaglie culturali, è intervenuto per salvare dall'esproprio, e relativo delittuoso abbattimento, il complesso di Giulietta «Poco mal - ha detto addirittura el Tegolina - parché pitòsto del casìn dei turisti che imbùga la via l'è meio el treno». Se gli avventori si fossero presi la briga di verificare, telefonando al feroviér Bepo Furia, avrebbero saputo che nessuna variazione era stata fatta al tracciato della Tav. E se avessero letto attentamente il giornale avrebbero capito che la soluzione del problema non sarebbe stato il treno. Il sindaco Sboarina, sfondando una porta aperta del soprintendente Tinè, con un esproprio aveva trovato l'uovo di Colombo: nel cortile condominiale ci mettiamo le galline e invece di far passare la gente dal cancello, la faremo passare sopra. Finite le beghe di condominio? No, il bello deve ancora arrivare.

Silvino Gonzato

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