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La stella errore storico? Ma era la nostra Eiffel

Era la nostra Torre Eiffel - scrive la Olga - e forse non la rivedremo più perché il sottosegretario Sgarbi è stato categorico: la stella è stata un errore storico, un’offesa e un insulto all’Arena. È d’accordo anche l’architetto Mastegabrodo, uno degli avventori eccellenti del «bareto» che, oltre a deplorare l’irreparabile ferita al monumento inferta da tonnellate di acciaio crollate sui gradoni, fa notare, citando un antico proverbio cinese, come la stella che lo sormontava avesse invertito la prospettiva dei turisti che guardavano il dito e non la Luna che il dito indicava. «L’Arena - dice ancora il Mastegabrodo - è un colosso millenario che appare indistruttibile ma che in realtà - e lo dimostrano quanto è successo lunedì e l’anno scorso quando una gru ha saccagnato il palco reale - è fragilissimo, per cui deve essere maneggiato con cura o non essere maneggiato affatto perché, come si è visto, prima o dopo, capita el spegasso». È vero che la gente, e non solo i turisti, guardava il dito invece della Luna, ma ciò accadeva solo per qualche settimana nel periodo natalizio, più o meno opportunamente dilatato, e non per tutto l’anno. È vero anche che trattenevo il fiato ogni volta che montavano o smontavano la stella, la vedevo come un’impresa acrobatica, rischiosa sia per gli operai che per le antiche piére, ma mi dicevo anche che ciò che per me era ardimento, per altri era mestiere, rutìn. Per trentotto anni la nostra Torre Eiffel che era diventata simbolo della nostra città nel mondo - anca se qualche sputìn el ranségna el naso - era stata montata e smontata con la stessa disinvolta facilità con cui io parécio e sparécio la tòla. Poi però, dopo il disastro, ho letto che era stata cambiata ditta e mi sono detta che la prima volta non è mai rutìn. Ma mentre la magistratura indaga se ci siano state imperizia o solo fatalità, pensare a come sia potuto succedere el spegasso ai veronesi poco importa. Un intero settore di gradoni è andato a ramengo per sempre. L’Arena, risparmiata dalla guerra, dai terremoti, da incendi e dalle insidie del tempo, è stata azzoppata in modo irreparabile forse da un bullone saltato e non sarà più quella che era prima. Portare in groppa la stella le è costato caro. Ma ci sarà penoso a Natale vedere un’Arena senza il suo lucente astro.

Silvino Gonzato

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