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La posta della Olga

La sabbia del Sahara e il rag. Dolimàn

Quando el Memo Scatolìn ha portato al bareto un sacchetto di sabbia del Sahara raccolta sul cofano della sua auto parcheggiata sotto casa - scrive la Olga - el ragionier Dolimàn lo ha liquidato con un sorrisino sarcastico. Lo sapevano tutti che lui, el ragionier, la sabbia del Sahara l’aveva raccolta sul posto qualche anno prima e ne aveva riempito un fiasco che, al ritorno, aveva mostrato agli avventori tra cui el Memo Scatolìn che avrebbe dovuto ricordarsene, e infatti se lo ricordava ma voleva dimostrare che non occorreva andare tanto distante per un pugno di sabbia beduina, bastava solo aspettare i venti di Scirocco. El ragionier era andato nel Sahara algerino col Dopolavoro Ragionieri ma la comitiva non si era addentrata molto. Si era fermata alla prima oasi dove la Mafalda de San Zen aveva aperto una trattoria, la trattoria Mafy, tra le cui specialità c’erano le trippe alla veronese. Il ristorante funzionava anche come bisca per cui ogni sabato sera era pieno di Tuareg che si azzuffavano e pugnalavano con quei pugnali ricurvi che non danno scampo. L’ampio plateatico che la Mafalda, con avida mentalità veronese, aveva col tempo esageratamente ingrandito, aveva ridotto di molto il parcheggio dei cammelli, per cui le zuffe scaturivano anche da questo. El ragionier non conosceva l’arabo ma, leggendo i labiali, aveva capito che la Mafalda si metteva in palio nella lotteria bisettimanale e per questo la chiamavano waqiha. «Ò magnà più sàbia de Lòrens d’Arabia» ha detto el ragionier quando è tornato al bareto e ha raccontato la propria avventura. Puzzava da cammello surriscaldato e aveva portato quel fiasco che aveva riempito di sabbia di notte quando era fresca perché di giorno era rovente e il vetro sarebbe andato in frantumi. Ora però gli seccava che el Memo Scatolìn, senza essersi mosso da casa, esibisse lo stesso trofeo e che sul suo viaggio si facessero delle ironie. «Ignoranti come sape - ha sbottato -.. Voaltri no avì mia visto i Tuareg».

Gonzato Silvino

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