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La rulòt russa del Gino e le ansie della Rosetta

Oggi - scrive la Olga - dovrebbe essere l'ultimo giorno per le mascherine anche sugli autobus, i treni, gli ospedali e le case di riposo. Da dopodomani tutti con la faccia smutandata, a meno che il ministero non decida all'ultimo momento per un'altra proroga. «A mi la me par 'na roiàda» dice il mio Gino. Anche a me la me par 'na roiàda. Col clima autunnale i contagi stanno aumentando, guardiamo i bollettini con preoccupazione. Di tanto in tanto mi telefona un'amica per dirmi che, nonostante il triplo vaccino, la s'à becà el Covid. L'ultima è stata l'Ernesta delle Caroèrse. «Andó te l'èto ciapà? So che te piàse andàr a balàr». «L'è du mesi che no bàlo par via dei reumatismi - mi risponde - Sèito a pensàrghe dove posso essàrmelo ciapà ma l'è come sercàr un lago nel paiàr». Un lago nel paiàr, giusto. Ci si ammala di Covid e non si sa dove e come lo si è preso. Dal primo di ottobre, se saliremo su un autobus senza mascherina, specie in ora di punta, il campo di ricerca si restringerà. Investiti da liberi e non più schermati fiati, esporremo i nostri polmoni al fatalismo. «La sarà 'na rulòt russa» dice il mio Gino. 'Na rulòt russa, appunto, dovremo sperare che i fiati che respireremo siano innocui, anche se non freschi e balsamici, a meno che non continuiamo responsabilmente a indossare la mascherina che da più di due anni ci rìssola le rèce come le fóie de vigna malà ma ci protegge. La Rosetta, che ha la mamma in una casa di riposo, ha le palpitazioni: «Finora la l'à scampà - mi dice - ma adesso che tutti i pól arfiàrghe adosso, la me more de paca». Le dico che bisognerà avere il grìn pass e un tampone delle ultime ore per andare in visita a ospedali e case di riposo. Ma resta il fatto che il ministero finora non ne ha combinata una di giuste e che con un minimo di buon senso avrebbe lasciato fuori i luoghi di cura e i trasporti pubblici dallo sbracamento generale. «A Roma i fa le robe col cul nel saco» mi dice il mio Gino. Co' la testa nel saco, lo correggo. Incrociamo le dita e le corna per chi le ha, ma ho paura che fra qualche settimana torneranno le sirene stonate dei virologi (alcuni hanno cavalcato il virus per essere eletti in parlamento: brai, l'è cosi che se fa) e ci toccherà rivedere i cartelli contabili di Zaia.

Silvino Gonzato

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