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Insetti nel menù della Ue e la buona cucina si ribella

Ghe voléa anca questa. Nei supermercati sta arrivando la pasta con farina di grillo - scrive la Olga - il simpatico insetto che riempie le notti estive col suo cri cri. Dopo aver sdoganato vermi e cavallette come alimenti ad alto contenuto proteico per la dieta degli umani, l'Unione Europea ci mette in tavola anche i grilli. A quando panaròti, zanzare e cavaòci? Presto, se l'andazzo è questo. Non so se si sia tenuto conto che così entriamo in concorrenza diretta con uccelli, rospi, pipistrelli, gechi e pesci che, strappandogli il cibo di becco o di bocca, ci facciamo nemici con conseguenze imprevedibili. I cinesi che mangiano insetti da sempre hanno dovuto subire la vendetta dei pipistrelli che gli hanno trasmesso il Covid poi dilagato nel mondo ma evidentemente la Ue non ne ha tratto insegnamento. La farina di grillo, già in vendita su Amazon, oltre che negli spaghetti e nelle lasagne l'avremo nel pane, nei grissini, nei biscotti, nelle merendine dei bambini, nella pizza, nei prodotti sostitutivi della carne, nei dadi da brodo e perfino nelle patatine, nel cioccolato e nella birra. Certo, si possono scegliere i prodotti tradizionali ma chissà per quanto ancora. Il mio fornàr mi dice che l'impasto lo importa dalla Cina perché costa meno ma che non sa «cossa ghe sia rénto». Magari magnémo zà grili e lusèrtole sensa savérlo. Penso al saggio grillo parlante di Pinocchio e al grillo del focolare di un romanzo di Dickens liofilizzati e ridotti in polvere per farne bìgoli o rosette e protesto in nome di una civiltà che finora è rimasta estranea a culture alimentari balorde e ripugnanti. Da gioia per le orecchie, per colpa delle sempre più stravaganti decisioni dell'Ue, il grillo diventa delizia per il palato di chi, per frègola di novità, spidocchierebbe i simiòti per fare merenda. Si rivoluzionano così anche i riflessi condizionati, se vedendo un panaròto viene l'acquolina in bocca. Le formìghe in saór, tanto celebrate dal cinese del bareto Tan, detto Tano, entreranno nei menù dei ristoranti, così come le paparèle con le tarme al posto dei fegadìni e il brodo di scarabeo. Siamo pronti a resistere con barricate di genuina polenta contro questo mondo roèrso, sparando fasói imbogonà.

Silvino Gonzato

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