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Il meccanismo sadico delle multe seriali

Se da due mesi in via Cavour e in stradone Maffei fioccano più di 275 multe al giorno per transito sulle corsie preferenziali - scrive la Olga - qualcosa non quadra, tanto più che a essere multati sono sempre gli stessi, automobilisti ma soprattutto pizza-motorettisti che, a questo punto, si potrebbe pensare affetti da una sorta di masochismo compulsivo, sindrome che è scoppiata da quando sono state installate le nuove telecamere-spia. La multa è uno strumento odioso ma necessario: esiste un codice della strada e chi sgarra deve essere punito. L'ideale sarebbe la punizione immediata affinché il trasgressore capisca di aver sbagliato e giuri a se stesso e alla mamma che non lo farà mai più. Sennonché (ecco cos'è che non quadra) la multa arriva dopo due mesi e nel frattempo il tapino cade nella trappola decine di volte, trovandosi poi a dover pagare cifre spropositate cui, nella maggior parte dei casi, non può far fronte con le proprie finanze magre e tristi come un figàr sotto la neve. Una volta al mio Gino è arrivata una multa dalla Calabria. «Gino, sito sta in Calabria?» gli ho chiesto. «No so gnanca dove l'è la Calabria - mi ha risposto - e comunque te te ne saréssi acòrta». La multa l'aveva presa a Verona ma, secondo un meccanismo che chiamare perverso è poco, gli era stata spedita da Vibo Valentia. Non so se le cose funzionino ancora così, ma fatto sta che è ingiusto e vergognoso che la contestazione arrivi a distanza di mesi dall'infrazione. Ecco che allora la questione si ribalta: non c'è masochismo nei pony-pizza, bensì c'è bieco sadismo, se pur di ordine burocratico, nell'altra parte, un accanimento incivile che non sembra tener conto che centinaia di euro in multe seriali, specie in questi tempi di miseria montante, possono gettare nella disperazione intere famiglie. Possiamo credere all'assessora Zivelonghi quando dice che sta lavorando per "comprimere" i tempi che intercorrono tra l'infrazione e la notifica ma non quando sostiene che il Comune non vuole fare cassa con le multe, che anzi è felice se non ne fa neanche una. Perfino lo scemo del bareto, el Cilo, detto Fosforo, sa che nei bilanci preventivi delle amministrazioni comunali le multe sono tra le voci più importanti.

Silvino Gonzato

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