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La posta della Olga

Il bareto si schiera con Toni e il suo cane

Anche se sei stato campione del mondo - scrive la Olga - può capitare che, una volta in pensione, non ti lascino entrare al Circolo col cane. Il problema è il cane, non tu. Al bareto tiene banco il caso di Luca Toni che ha giocato gli ultimi tre campionati della sua carriera con l’Hellas segnando valanghe di gol. Toni ha denunciato in un video su Instagram il presunto sopruso subito da lui e dal suo golden retriever a Reggio Emilia. Su una mezza parete del bareto, chiamata l’angolo delle glorie, c’è la foto incorniciata di Toni assieme a quelle di Basiliani, Fassetta, Bui, Penzo, Elkjaer, Briegel, Galderisi, Fanna e Inzaghi. Una delle tartine sotto la moscarola è dedicata a Toni, ha sopra 22 olive, quanti sono stati i suoi gol nel secondo campionato con l’Hellas. Da quale parte stiano gli avventori, se dalla parte di Toni o da quella del padrone del Circolo, non è in discussione. El Tano Smasarìn dice che se Toni avesse chiamato i butèi della curva la questione si sarebbe risolta. Quando chiede la parola il giurista del bareto, Garbùia, i toni infuocati della discussione si smorzano. El Garbùia spiega che la legge è controversa perché se da una parte permette che gli animali possano entrare ovunque, tranne che nei negozi di alimentari, nelle cucine dei ristoranti, negli ospedali, nei teatri e negli stadi, lascia poi alla discrezione dei gestori dei locali pubblici se ammetterli o lasciarli fuori. E fa due esempi, uno reale e l’altro ipotetico: al Circolo Primo Maggio ogni tanto si vedono due porselèti al guinzaglio di una giovane coppia, «caso encomiabile - sottolinea - di integrazione tra uomini e maiali». Per contro - dice - se Kabir Bedi, incappasse in un gestore di bar che non lo facesse entrare col suo elefante, non conta niente che sia Kabir Bedi. Ma gli avventori non vogliono sentire ragioni e sostengono che lo sgarbo fatto a Toni è uno sgarbo fatto all’Hellas e a tutta Verona.

Silvino Gonzato

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