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I genitori e le scuole strozzati dalla burocrazia

La Posta della Olga
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La Posta della Olga

Quello della scuola - scrive la Olga - sembra un caos pianificato da un Gian Burrasca in particolare vena di disastri, come dice il casinologo del bareto, Toni Cagnara, dopo aver letto su questo giornale le proteste della mamma di un bimbo delle elementari, una delle tante mamme alle prese con normative a dir poco confuse che mettono in crisi non solo le famiglie ma l'intero sistema scolastico. Può succedere, come nel caso della mamma di cui L'Arena ha dato conto, che un bambino si ammali di Covid, che l'intera famiglia si isoli in quarantena ma che, per tornare a scuola, lo scolaretto sia costretto a sottoporsi a un supplemento di tampone, a tempo scaduto, per aver avuto un contatto con un compagno risultato poi positivo. Il casinologo sostiene che non solo Gian Burrasca ma anche un simiòto dello Zoo Safari avrebbe combinato meno guai dei burocrati del ministero della Salute e delle teste de óvo della pletora di consulenti che gli sta attorno. «Gnanca Atila - mi fa il mio Gino - l'avarìa fato pèzo». «Làssa star Atila - lo zittisco - che in confronto a 'sti qua l'era 'na mèza cartùcia, almanco secondo el revisionismo storico del professor Scalcagnato». E poi ci si chiede come mai i centri tamponi scoppino per la gran mole di richieste. Ormai bisogna tamponarsi anche per le buganse o par un ciaón. Lo stesso criterio in base al quale scatta la quarantena con modalità diverse tra asili, elementari, medie e superiori non fa altro che aumentare la confusione. Viviamo già con le braghe ai zenòci senza che quella malattia endemica che è la burocrazia, con le sue stupide e insopportabili pastoie ci si metta di mezzo. Come dice il casinologo, ci vogliono regole chiare e attuabili, meglio ancora se poche, specie se riguardano la nostra salute e i modi per uscire dalla pandemia, mentre invece di burocrazia ci si ammala, per la rabbia e l'impotenza ti vengono certe pùstole che non riesci a estirpare neanche con l'acido muriatico. È la seconda volta che la Elena per un caso positivo che si è verificato all'asilo porta i suoi gemellini a fare il tampone, avanti e indrìo scarrozzando le proprie creature. «Gò i nervi a tòchi» mi fa. Li abbiamo tutti i nervi a tòchi. Svuotatisi gli ospedali, si riempiranno i manicomi.

Silvino Gonzato

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