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La posta della Olga

Gli anziani sul piede… d’insalata

Da tempo - scrive la Olga - è stato trovato il modo di tenere impegnati gli anziani togliendoli dalla strada e impedendogli così di delinquere: l’orto, un piccolo appezzamento di terreno comunale da coltivare senza alcun canone d’affitto ma pagando solo una piccola tassa annuale e le spese del consumo di acqua e di energia elettrica. Ce ne sono un paio anche nel mio condominio di questi anziani, il Nereo e il Mosca, il primo, dopo essere andato in pensione, rigava le auto e il secondo si dice che spacciasse ma non si sa cosa. Grazie alla concessione dell’orto si sono messi in riga diventando due anziani modello. Ora però il Comune ha deciso di aumentare la tariffa, non di molto, una ventina di euro all’anno, ma si sa come sono gli anziani, l’hanno presa come uno sgarbo, una mancanza di sensibilità, tanto più che un’amministrazione di sinistra dovrebbe avere particolarmente a cuore le questioni sociali. Il timore è che ora, non tanto per i pochi euro da pagare in più quanto per una questione di principio, e si sa quanto ci tengano gli anziani ai princìpi, il Nereo torni a rigare le auto e il Mosca a spacciare ma che anche molti altri abbandonino la retta via dell’insalatina abbandonandosi ad atti di teppismo facendo concorrenza alle famigerate baby gang. Quindi mi sento di rivolgere un appello all’assessore agli Orti perché receda dalla propria decisione che, al di là dell’affronto sociale a una pacifica categoria di cittadini che finalmente aveva trovato un equilibrio, potrebbe avere conseguenze non trascurabili in fatto di ordine pubblico. La sana rivalità tra i vicini di orto, consistente nel gareggiare a chi avesse i pomodori più belli e le tegoline più lunghe, aveva resuscitato ambizioni insospettabili tra gli anziani. «Va ne l’orto che te te passi via» dicevano le mogli ai mariti e questi tornavano la sera felici col fragrante cestino colmo di ortaggi. Il Mosca tornava anche con le banane. Ora si rischia che questo piccolo mondo virtuoso vada in frantumi.

Silvino Gonzato

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