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La posta della Olga

E la salutare ombra diventa assassina

Mi spaventano, e dovrebbero spaventare tutti, - scrive la Olga - le conclusioni cui sono arrivati i periti incaricati dall’Amia di dare una spiegazione alla caduta, in assenza di vento e in piena quiete climatica, di un grosso ramo di cedro su una panchina di piazza Bra. I dottori del verde, fatti venire da Torino, hanno diagnosticato che l’incidente non era prevedibile, che lo schianto non è stato causato dalla mancanza di manutenzione, che gli alberi, insomma, sono così: arriva un momento fatidico in cui gli cede un ramo e non possono fare niente per trattenerlo né chi ci si trova sotto può fare in tempo a invocare un santo per scansarlo. E pensare che l’ombra l’amavamo così tanto nelle giornate estive al punto da raccomandare ai nostri figlioletti o nipotini di andare a giocare sotto la sua protezione per non rischiare l’insolassión. Io e il mio Gino ci sdraiavamo al riparo di alberi frondosi e ascoltavamo beati il canto degli useléti fin tanto che non ci prendeva l’abbiocco. Da sempre abbiamo creduto che gli alberi fossero esseri generosi e salutari. Adesso però che sappiamo che l’ombra può uccidere, li eviteremo con orrore. E le baby sitter con i bambini e le badanti con i vecchi non andranno più ai giardinetti e ci avvarremo dell’ombra mobile degli ombrelli che, oltre a essere molto limitata e a dare un sollievo modesto, non profuma né di foglie né di resina ma sa dell’odore cotto della tela al sole. El Fóiamorta, il botanico del bareto, si gratta in testa: «Se i le dise i dotoroni, mi no posso che tiràrme indrìo». È la fine dei picnic, si potrebbe morire sotto un ramo assassino con una fetta di salame in bocca, arriveremo ai cartelli triangolari con l’avvertenza «Pericolo caduta rami» ovunque ci sia un albero. La sentenza dei dottoroni chiamati dall’Amia ha ucciso l’ombra. Il crollo fulmineo di rami sani di alberi sani ha l’imprevedibilità dei terremoti. «Métete a l’ombrìa», mi diceva mia mamma. Oggi sarebbe vero e proprio sadismo.

Silvino Gonzato

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