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La posta della Olga

E il bareto si divide: i pro e i contro ai 30

Si parla del limite dei 30 all’ora esteso ai quartieri - scrive la Olga - e il bareto è diviso tra favorevoli e contrari. Per il Vaselina non ci sono problemi, la sua vecchia auto più dei 30 non fa e finalmente non lo incalzeranno più con i clacson e non sarà più sommerso di insulti. I fautori, come il Vaselina, della drastica riduzione della velocità che per ora a Verona è solo una possibilità, hanno i loro motivi: andando piano si ha il tempo di guardare il panorama e le vetrine dei negozi, si provoca meno spostamento d’aria, si vedono meglio le strisce pedonali specie quelle che, sbiadite, e sono tante, si confondono con l’asfalto, si tengono più lunghe le telefonate, si viene sorpassati dalle biciclette a dimostrazione che in bici si fa prima e tanto vale rinunciare all’auto, si sentono cantare gli uccellini e ci si può tagliare le unghie delle mani ma non dei piedi. I contrari parlano di immobilità insostenibile e prevedono code inquinanti con relativo aumento degli eco ansiosi, isterismi incontenibili, colpi di sonno, revisione delle tabelle orarie degli autobus, ritardi al lavoro a meno che non si parta mezz’ora prima, spostamento dell’ora di pranzo e di cena che slitterà dopo i telegiornali, maggior consumo di carburante e impossibilità di usare le marce oltre la seconda con conseguente puzza di radiatori riscaldati e fuoriuscita di nuvolette di fumo dai cofani. Durante il dibattito il filosofo Strusa ha detto che per applicare ovunque la norma dei 30 orari ci vuole prima un processo culturale, che bisogna agire sulla psiche degli automobilisti. Il Nane Moltón ha chiesto che cos’è la psiche. Il Tegolina ha detto che lo sa ma che se lo tiene per sé. Il Memo Scatolìn ha detto che a percorrere viale Venezia ai 30 all’ora ci vuole molta psiche. Il Tegolina si è astenuto ma ha fatto il gesto dell’ombrello. Il ragionier Dolimàn ha dato ragione al filosofo e ha detto che al bareto non c’è abbastanza cultura e che si deve ragionare su questo prima di fare qualsiasi altro discorso.

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