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Dal Torototèla osannato al Tagliapietra multato

Quando il regolamento sugli artisti di strada non esisteva e ci si affidava al buonsenso - scrive la Olga - el Torototèla poteva cantare indisturbato in piazza Bra o agli angoli delle strade «me piase la polentina, specialmente col bacalà» accompagnandosi con un rudimentale mandolino ricavato da una zucca. Oggi verrebbe multato come è capitato al musicista occasionalmente di strada Zeno Tagliapietra (una scoppola da mille euro) che domenica si è esibito in via Mazzini battendo su dei bidoni e soffiando in tubi di plastica, musica non propriamente da camera ma geniale, a dimostrazione che dagli oggetti più disparati si possono ricavare armoniche concatenazioni di suoni. Il Comune di Verona, il più intollerante d'Italia per quanto riguarda gli artisti che amano dare spettacolo in strade e piazze, sta preparando un nuovo regolamento che si spera più generoso di quello in vigore che tratta questa gente come una manica di pezzenti disturbatori. E che questo accada nella città della musica, dell'Arena, della lirica e dei concerti rock internazionali, celebrata in frequenti trasmissioni televisive che portano gli spettacoli dell'anfiteatro in tutte le case, è incomprensibile. Ricordate il musicista padovano Zanarella che, dopo aver scaricato dal furgone il suo pianoforte a coda in pazza Bra, tappa prestigiosa della sua missione di far conoscere Schubert, Beethoven e Mozart anche a quelli che non si possono permettere il biglietto di un teatro, venne cacciato dai vigili alla prima nota? Cacciato come i centurioni romeni abusivi che spillavano soldi ai turisti nel vallo dell'Arena facendosi il selfie con loro? Eppure cosa c'era di meglio e di più decoroso di un pianista solitario in Bra, sotto l'Arena, anche dal punto di vista scenico? Il mio Gino mi fa presente che non aveva il permesso. Lo so, ma lo si poteva lasciar suonare - non era ingombrante come la Banda d'Affori con i suoi cinquecentocinquanta pifferi - e solo alla fine del concerto gli si poteva dire che la burocrazia viene prima di Schubert. A vedere le contraddizioni e i paradossi di questa città mi immalinconisco. Si usa il pugno di ferro dove non occorre e la mano di velluto dove invece occorrerebbero severità e fermezza.

Silvino Gonzato

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