Com’è andata con la Bra senza i cestini delle sgaùie?

Non sono ancora tornati al loro posto i cestini dei rifiuti tolti da piazza Bra a metà marzo, alla vigilia del G7, perché non offendessero gli occhi degli illustri ministri e vice ministri dei Paesi più industrializzati convenuti a Verona. Il presidente dell’Amia non ci ha ancora fatto sapere se l’esperimento, come lo ha chiamato, di non rimettere i cestini abbia funzionato, caso in cui verranno tolti anche da piazza Erbe. Se l’esperimento ha avuto l’esito sperato vuol dire che veronesi e turisti si sono messi in tasca o in borsetta la cacca dei loro cani, le salviette appiccicaticce dei gelati, le bottiglie di Coca Cola appena svuotate, la gomma da masticare esaurita, la carta unta dei panini e i buèi delle fette di salame, hanno cioè rispettato il salotto buono della città dimostrando un alto grado di cultura, cura dell’ambiente, educazione e civiltà, doti invocate dal presidente per fare a meno dei cestini. Penso ai turisti di Stoccarda o di Edimburgo che si portano la m… a casa con diligenza encomiabile. Dal responsabile dell’Amia abbiamo appreso che i cestini in Giappone non esistono e ne abbiamo allora dedotto che i giapponesi non producono sgaùie perché ingoiano tutto. Io e il mio Gino, per una questione di decoro, stiamo pensando di togliere il water dal gabinetto. L’esperimento, come annunciato, è destinato a interrompersi quando in Bra caleranno le orde dei concerti rock mentre secondo me dovrebbe continuare perché, non usando queste i cestini ma buttando i rifiuti per terra, la questione non si pone. Non si porrà neanche in occasione del rito gastrico delle piazze dei sapori in programma a maggio. L’anno scorso, pestando su un codeghìn, un geometra si è rotto la clavicola. In ogni caso ben vengano gli esperimenti. Se non altro fanno discutere, come quello della Ztl universale che svuoterà totalmente il centro dalle auto e i ristoranti dai clienti. Un dettaglio trascurabile quello dei clienti.