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La posta della Olga

Ciabattini finalmente alla riscossa

Ai miei tempi - scrive la Olga - el savatìn, il calzolaio, era un mestiere molto diffuso: ce n’era uno per ogni via, a volte anche due. Sulla mia strada c’erano el Moro, un moración che piaceva a tutte le donne, e l’Evaristo, detto el Brochéta, che lavorava nella sua botteghetta nera-fumo-ciminiera-del Tiberghien sotto un grande crocefisso da chiesa, e per le dimensioni del Cristo passava per un uomo molto devoto. Le scarpe dovevano durare e quando le suole o i tacchi si consumavano o si scollavano le si portava a riparare. Mio papà che, come tutti in casa, possedeva solo un paio di scarpe, aspettava la riparazione sul posto, in calséti. Non erano tempi di miseria ma la mentalità era quella del dopoguerra, non si buttava via niente. Ai figli si compravano le scarpe “in crescere”, uno o due numeri in più, tanto che vi saltavano fuori a pié pari senza slegarle, ma anche i paltò e tutto il resto dell’abbigliamento si compravano in crescere e quando pioveva c’erano le soprascarpe di gomma lucida che di sera riflettevano i fari delle auto. Le nuove generazioni, sempre più lontane dalle virtù sparagnine delle vecchie, cominciarono a buttare invece di riparare. Finché si è arrivati al giorno d’oggi in cui si butta tutto e si compra. Ma siccome quando l’aqua la tóca el cul se impara a noàr, la gente si è accorta che non può più permettersi di sprecare, ed ecco che riscopre almeno l’utilità del savatìn. I savatìni sentono che è arrivato il momento della riscossa: da Gaio il calzolaio, el savatìn e lustrascarpe in frac e cappello a cilindro con bottega in borgo Venezia, a Gabriele Vinco, el savatìn col recìn, che si sdoppia tra Bosco e la bottega di via Adigetto, a Gino Melloni di Sommacampagna. Io non ho mai buttato via niente e per le scarpe rotte ho sempre fatto ricorso al savatìn, ma che oggi l’odore di mastice delle botteghe dei calzolai che prende piacevolmente naso e gola, torni a diffondersi nelle strade e nei vicoli mi rallegra e mi fa ricordare el Moro e el Brochéta.

Silvino Gonzato

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